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Sterlina sotto scacco e riflettori su Db, Unicredit e Mps

Stamane, all’apertura dei mercati asiatici, la valuta britannica è improvvisamente crollata del 6%, salvo poi riprendersi parzialmente, ma è evidente che ormai soffre l’effetto Brexit – Avanza il petrolio, tassi in fermento – Precipita Twitter – Banche in fibrillazione: la Deutsche Bank medita l’Ipo dell’asset management, Amundi fa volare Pioneer e Unicredit, Mps scivola sotto i 500 milioni

Sterlina sotto scacco e riflettori su Db, Unicredit e Mps

La sterlina è andata al tappeto stamane, all’apertura dei mercati d’Oriente, un tempo fedeli sudditi della valuta di Sua Maestà. In soli due minuti, sull’onda violente vendite, il pound è scivolato sotto quota 1,20 nei confronti del dollaro fino ad un minimo di 1,1841, con un ribasso del 6,1%, ai livelli del maggio 1985. Ancor più pesante la caduta nei confronti dello yen (-7,3%), mentre nei confronti dell’euro il calo è stato del 3,1%.

Negli scambi successivi la sterlina ha riguadagnato parte del terreno perduto, assestando attorno a quota 1,24 (-1,5% rispetto alla chiusura di Wall Street), ma non sono in molti a credere all’ipotesi di un guasto tecnico o di un comando sbagliato al computer. C’è del metodo dietro la mano che ha azionato le vendite automatiche dei computer:

1) il tonfo è avvenuto al termine di una settimana tormentata, in cui la sterlina ha già perduto il 4,6%;

2) di fronte al diktat del premier Theresa May, che ha affermato la volontà di limitare la libertà d’accesso nel Regno Unito, l’Unione Europea è pronta ad una risposta dura, come richiesto dal presidente francese François Hollande;

3) il crollo ha il sapore dell’agguato premeditato, a partire dal momento del blitz: poco dopo la chiusura degli scambi americani, in un momento di fiacca dei mercati, già pronti ad affrontare l’evento clou della settimana: i dati sul lavoro Usa di oggi pomeriggio.

Avvio più teso per una giornata che si annunciava già calda non era possibile immaginare. Il tema di fondo per i mercati resta quello del rialzo dei tassi, dato per quasi certo in Usa nel caso che i numeri di oggi sull’occupazione confermino il trend di ripresa segnalato ieri dal dato sulle richieste di sussidio di disoccupazione scese vicino ai minimi degli ultimi 43 anni.

Il tono perentorio dei verbali dell’ultima riunione della Bce (conferma senza cedimenti del Qe) non ha cancellato del tutto i dubbi sul possibile tapering, cioè la prossima riduzione degli acquisti di titoli da parte della Banca centrale europea. Ma, per ora, la politica di Francoforte non cambia. Sul tema tassi Europa e Usa seguono strade divergenti.

SALE IL DOLLARO, GIÙ LO YUAN. DEBOLI LE BORSE ASIATICHE

E così, all’avvio della giornata che sarà comunque ricordata come il venerdì nero della sterlina, i mercati si presentano così:

– Il dollar index, cioè la quotazione della valuta Usa rispetto alle monete più scambiate, segna i massimi dallo scorso mese di luglio.

– Il rendimento del Treasury Bill a 10 anni raggiunge i massimi delle ultime tre settimane a 1,71%, da 1,69% di ieri. 

– I future danno al 62% la possibilità di un rialzo dei tassi prima della fine dell’anno, era 50% 10 giorni fa, prima delle dichiarazioni di membri della Federal Reserve e dei dati macroeconomici superiori alle aspettative.

– Il differenziale tra il rendimento del Treasury a due anni ed il Bund di uguale scadenza sale un livello che non si vedeva da 10 anni. 

– Più tranquilli i mercati azionar asiatici: Hong Kong -0,4%, Tokyo -0,2%, comunque a livelli record al termine di una settimana che ha vistolo yen (stamane +0,2%) in discesa sul dollaro. Termina oggi la settimana di vacanza delle Borse cinesi ed il clima si scalda: oggi lo yuan è arretrato ai minimi da luglio rispetto al dollaro a quota 6,71 (contro 6,77 segnati alla vigilia della Golden week).

PRECIPITA TWITTER. BUFFET ESCE DAI CHEWING GUM DI WRIGLEY’S

Clima di attesa ieri a Wall Street: l’indice Fow Jones è sceso dello 0,07%, S&P -0,05%. Il Nasdaq è calato dello 0,17%. Ha pesato sul listino tecnologico il tonfo di Twitter (-20,1%) dopo che si è saputo che sia Walt Disney che Alphabet si sono ritirate dalla gara per l’acquisto dell’uccellino.

Warren Buffett ha annunciato la prossima vendita della sua partecipazione, pari al 20%, in Wrigley’s, leader mondiale dei chewing gum. A comprare sarà l’azionista di controllo, il colosso dolciario Mars. La quota di Buffett era stata pagata 2,1 miliardi nel 2008. “Non ho mai avuto un’esperienza migliore di questa sia dal punto di vista umano che finanziario” ha scritto il saggio di Omaha, convinto però che le nuove tendenze del gusto degli americani (meno zuccheri, più cibi sani) peseranno sul settore.

Wal-Mart arretra del 3,2%. In attesa del meeting con gli azionisti la società ha annunciato che prevede per l’anno prossimo utili piatti. Per l’anno fiscale in corso, che si chiuderà nel gennaio 2017, Wal-Mart ha confermato le stime per profitti tra 4,29 e 4,49 dollari per azione.

AVANZA IL PETROLIO. RIYAD SVELA I CONTI DI ARAMCO

Continua, nonostante l’ascesa del dollaro, la marcia del petrolio, salito del 15% circa nelle ultime sette sedute. Grazie al calo delle scorte Usa il Brent è salito a 52,38 dollari al barile, il Wti tratta oltre i 50 dollari. A Piazza Affari Eni ha chiuso invariata, Saipem +0,8%. In vista della quotazione nel 2018 di Aramco, il maggior produttore di petrolio del mondo, l’Arabia Saudita ha annunciato che per la prima volta pubblicherà i dati finanziari della compagnia relativi anche al 2015 e al 2016.

MILANO PIATTA, BLACKROCK CHIUDE GLI SHORT SUI BTP

Le Borse europee hanno chiuso in parità una seduta movimentata da frequenti saliscendi, a testimonianza del clima di incertezza che avvolge i mercati finanziari. A Milano l’indice FtseMib (+0,09%) ha terminato la seduta a quota 16.492 punti, in rialzo dello 0,09%, dopo un inizio brillante seguito da fitte vendite. In positivo anche Parigi +0,09%, Francoforte +0,09%e Madrid +0,02%, mentre Londra è retrocessa dello 0,28%.

Nella legge di bilancio per il 2017 ci saranno incentivi fiscali per 17 miliardi. Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda: “Noi abbiamo previsto nella legge di Bilancio 17 miliardi di incentivi fiscali, una dimensione mai raggiunta in precedenza, perché vogliamo dare uno shock agli investimenti”.

Nel biennio 2017/2018 la Germania metterà a punto un piano di sgravi fiscali da complessivi 6 miliardi di euro, una misura resa possibile dalla buona salute dell’economia e dal rigore sui conti pubblici che consente la necessaria flessibilità. Lo annuncia Angela Merkel, ricordando che l’azzeramento del debito non è un feticcio ma un elemento necessario.

Giornata movimentata sul secondario. Mattinata vivace dopo la smentita ufficiale della Bce, pomeriggio più cauto in attesa del dato di oggi sull’occupazione Usa. La forbice di rendimento Italia/Germania si chiude a 137 punti in linea con la vigilia. Il decennale tratta a 1,358%. il 50 anni cede 13 punti base e rende il 2,92% (contro il collocamento a 2,85%).

Il fund manager di Blackrock Josef Prokes ha detto ieri che il colosso Usa del gestito ha chiuso le posizioni corte sui governativi italiani.

RIVINCITA DELLE BIG BANKS. DB STUDIA L’IPO DELL’ASSSET MANAGEMENT

Il rialzo dei tassi è in generale una notizia negativa per i mercati azionari, ma può rappresentare, invece, una boccata di ossigeno per i bilanci di banche e assicurazioni, che con i tassi a zero vedono ridursi i loro utili. Da qui il comportamento positivo delle banche europee (EuroStoxx del settore +0,8%) con Société Générale in rialzo del 2,6% e Bnp Paribas del 2,5%.

Deutsche Bank -0,29%. La banca deve procedere a un nuovo esame del proprio modello industriale per mantenere i margini in un’ottica di lungo termine adattandosi alla marcata discesa dei tassi. “Non è però l’unica banca a doverlo fare” ha detto Christine Lagarde, numero uno del Fondo monetario internazionale. L’istituto tedesco, ha aggiunto, “deve decidere quali dimensioni darsi e quanto vuole rafforzare il bilancio”. La Banca, scrive il Financial Times, potrebbe procedere all’Ipo della sua divisione di Asset Management.

L’OFFERTA DI AMUNDI PER PIONEER SPINGE UNICREDIT

A Milano Unicredit ha guadagnato il 2,2%, grazie anche alle indiscrezioni su un’offerta di Amundi molto generosa (4 miliardi di euro) per Pioneer. Poste Italiane (-2,02%) sta cercando un partner finanziario per il rilancio: la proposta iniziale, in cordata con Cdp e Anima (-2,72%), si aggira sui 3,4 miliardi. Se il valore delle cessioni fosse confermato, secondo Equita, l’ad Jean Pierre Mustier potrebbe rinunciare alla vendita di Fineco (-0,39%). La raccolta netta di settembre della società guidata da Alessandro Foti è stata pari a 224 milioni di euro, 3,585 miliardi da inizio anno. L’istituto di piazza Gae Aulenti, insieme con altre banche, metterà in vendita anche la quota in Concardis, società tedesca che fornisce servizi di pagamento.

Ieri è stata una giornata positiva anche per Intesa (+0,7%), Ubi (+1,2%) e Mediobanca (+1,6%).

MPS SCIVOLA SOTTO I 500 MILIONI. SALE AZIMUT

Continua invece la frana di Monte Paschi (-3,3%), ormai sotto i 500 milioni di capitalizzazione, poco sopra i 400 milioni che la banca dovrà restituire la prossima settimana al Banco de Santander. Il mercato sta vendendo azioni e sta comprando bond subordinati scommettendo su una conversione conveniente nell’ambito dell’operazione di rafforzamento patrimoniale

Fra le assicurazioni, Generali +1,3%, Axa +2,9%. Nel risparmio gestito sale ancora Azimut (+1,97%), nonostante Mediobanca Securities abbia ridotto il prezzo obiettivo sul titolo da 17,4 a 16 euro, confermando la raccomandazione neutral.

Una valutazione positiva dei broker di Piazzetta Cuccia ha sostenuto, invece, gli acquisti su Banca Ifis (+2,3%) e Banca Mediolanum (+0,65%), titoli inseriti insieme a Cerved (-0,4%) e Beni Stabili (-2,49%) nella short list delle azioni più promettenti.

ALLUNGA SAFILO, BENE PRYSMIAN E STM

Giornata di flessione per le utility, frenate dalla prospettiva dell’aumento del costo del denaro. Enel ha perso lo 0,5% nonostante Macquarie abbia alzato il target price a 4,8 euro da 4,6 euro e confermato il giudizio Outperform. Terna -1,1%, Atlantia -1,4%.

Fra i titoli industriali spiccano i rialzi di StM (+1,3%), promossa da Liberon Capital (target a 8,5 euro), e di Prysmian (+1,3%), su cui Goldman Sachs ha alzato il prezzo obiettivo da 20,5 a 24 euro, confermando la raccomandazione neutral.

Nel lusso seduta dedicata agli occhiali: scende Luxottica (-1%) mentre spicca il rialzo di Safilo (+6%). Citigroup ha confermato il giudizio buy e il target (55 euro) di Tod’s +0,5%.

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