Il forestierismo “stepchild adoption”, non solo non è accettabile, ma addirittura risulta essere “improponibile” per la lingua italiana. L’Accademia della Crusca non ne può più e decide di intervenire a gamba tesa sull’attuale dibattito relativo all’articolo 5 sulle unioni civili nel giorno in cui al Senato si svolgeranno le votazioni cruciali sugli emendamenti al DdL Cirinnà. Grande attesa per le decisioni relative al “supercanguro” proposto dal senatore PD Andrea Marcucci che, in caso di approvazione, cancellerebbe gran parte degli emendamenti presentati dalle opposizioni, ma anche dai cattolici democratici. Ogni tentativo di accordo è ormai fallito e l’attenzione è concentrata sulla sorte del suddetto articolo 5, quello sulle “stepchild adoption” che forse da domani cambierà nome a causa delle recriminazioni degli accademici.
Ovviamente in questo caso la legge non c’entra nulla, i “custodi della lingua italiana” se la prendono con giornalisti, commentatori e politici che preferiscono utilizzare termini stranieri di difficile comprensione per la maggioranza dell’opinione pubblica anziché perifrasi italiane, ben più opportune e appropriate.
Secondo la Crusca infatti, sarebbe preferibile usare la perifrasi “adozione del figlio del partner”, già utilizzata da molti, o ancora meglio “adozione del configlio”, usufruendo di un neologismo nostrano proposto dal presidente onorario dell’Accademia della Crusca Francesco Sabatini.
Per Incipit – di cui fanno parte Michele Cortelazzo, Paolo D’Achille, Valeria Della Valle, Jean-Luc Egger, Claudio Giovanardi, il presidente della Crusca Claudio Marazzini, Alessio Petralli, Luca Serianni, Annamaria Testa, e a cui in questa occasione si è aggiunto appunto Sabatini, presidente onorario dell’Accademia della Crusca – ‘stepchild adoption’ richiede una certa perizia nell’uso dell’inglese, “tanto è vero che anche in Parlamento più di un senatore ha mostrato qualche impaccio di pronuncia. Se incappano in simili incidenti i senatori, che accadrà ai comuni cittadini?”.
In base alla proposta di Sabatini dunque, il termine inglese “stepchild” verrebbe tradotto con un neologismo italiano modellato in analogia ad altri gradi di parentela acquisiti da tempo, come compare, consuocera, consuocero. “Questa parola – si spiega – dal significato chiaro, analoga a parole di alto uso nell’indicare parentele, già sta incontrando un certo favore, anche perché la traduzione letterale di ‘stepchild’ in ‘figliastro’ non si adatta certo ai tempi nostri e alle nostre leggi. Pare a Incipit che configlio/configlia possano essere vantaggiosamente appoggiati, con l’augurio che abbiano fortuna e si diffondano”.