Borse nervose, ma positive in Europa nel primo giorno di contrattazioni del 2021, allarmate dai contagi di coronavirus e spinte dalle vaccinazioni, dall’accordo sulla Brexit e dall’incoraggiante andamento del manifatturiero a dicembre. La chiusura è sopra la parità, anche se i listini hanno perso slancio nel pomeriggio con Wall Street, che dopo un avvio record ha cominciato a muoversi in rosso a causa del lungo e difficile addio di Donald Trump alla Casa Bianca e delle tensioni sul ballottaggio in Georgia per il Senato.
Londra, +1,75%, è la piazza migliore nel primo giorno di contrattazioni dopo l’uscita dall’Unione Europea. Più timidi i listini della zona euro: Francoforte praticamente azzera i guadagni, anche nella prospettiva che le misure restrittive anti Covid siano confermate fino al 31 gennaio. Parigi +0,68%; Madrid +0,24%.
Piazza Affari si apprezza dello 0,37%, a 22.315 punti, guidata da Stm +3,83%. La notizia del giorno però è la nascita di Stellantis, con il via libera alla fusione fra Fca e Psa da parte delle rispettive assemblee. Il mercato premia un’unione che dà vita al quarto costruttore automobilistico mondiale, con 8,7 milioni di auto vendute, 400.000 dipendenti e oltre 180 miliardi di euro di fatturato. Fiat guadagna l‘1,5% sul listino milanese, mentre Peugeot segna +1,7% a Parigi. Fca e Psa prevedono di perfezionare la fusione il 16 gennaio e la negoziazione delle azioni ordinarie Stellantis partirà lunedì 18 gennaio 2021 sul Mercato Telematico Azionario di Milano e su Euronext Paris e martedì 19 gennaio 2021 sul New York Stock Exchange.
La sede della nuova società sarà in Olanda, John Elkann sarà il presidente, Carlos Tavares l’amministratore delegato. Il cda di Fca ha deliberato inoltre di distribuire un dividendo straordinario condizionato di 1,84 euro per azione per un ammontare complessivo di 2,9 miliardi di euro, destinato ai soli soci di Fca, non a quelli di Psa. La distribuzione è prevista il 15 gennaio 2021, ma solo se il 13 verrà dato l’annuncio che tutti i necessari adempimenti societari propedeutici al completamento della fusione sono stati espletati.
Fra le blue chip migliori di oggi anche Buzzi +3,64%: Hera +2,42%; Enel +2,19%. A zavorrare il listino provvedono Atlantia -2,31%, le banche e i titoli petroliferi, che hanno cambiato segno nel corso della seduta a seguito delle vendite sul greggio. Brent -1,3%, 51,12 dollari al barile. Mediobanca, -1,75%, Bper -1,67%,. Secondo alcuni operatori i titoli bancari guardano con qualche timore all’evoluzione della possibile crisi di governo. Fra le dieci blue chip peggiori Tenaris -1,33% ed Eni -1,17%. Male Pirelli -1,67%.
In rosso Generali, -1,33%, che ha siglato un accordo per l’acquisizione da AXA del 100% di AXA Insurance (AXA Grecia) per 165 milioni di euro. Il Leone triestino ha rinegoziato inoltre l’accordo di distribuzione in essere tra AXA Grecia e Alpha Bank in scadenza a marzo 2027, estendendolo per 20 anni dal closing con la definizione di futuri pagamenti da parte delle compagnie di Generali in Grecia ad Alpha Bank. Nei giorni scorsi Assicurazioni Generali è stata anche ammessa al regime di Adempimento Collaborativo (o di Cooperative compliance), istituito con il decreto legislativo n. 128/2015, che consente un’innovativa modalità di interlocuzione costante e preventiva con l’Agenzia delle Entrate.
Qualche tensione si registra sull’obbligazionario, con lo spread fra decennale italiano e tedesco in rialzo a 112 punti base (+4,01%) e il rendimento del Btp a +0,52%.
Sul mercato valutario corre l’euro, che si apprezza contro il dolalro in area 1,225 (+1%), e contro la sterlina (0,9042, +1%). Fra le cripto monete cala il Bitcoin, -4,17%, 31.371 dollari, dopo il record della vigilia. Ad attrarre gli acquisti è invece l’oro. Il contratto febbraio 2021 sale del 2,63% a 1944.7 dollari l’oncia. Sul fronte vaccini, si registra la notizia che potrebbe essere imminente l’approvazione del prodotto di Moderna da parte dell’autorità europea (Ema), mentre la Ue sarebbe pronta ad acquistare ulteriori dosi del vaccino Pfizer.
In ambito macroeconomico sono buone le news per l’Eurozona, dove il Pmi manifatturiero di dicembre è salito a 55,2, da 53,8 punti di novembre. A trainare il rialzo è la Germania, 58,3 (da 57,8 di novembre), il livello più alto da febbraio 2018. Anche la Francia è tornata oltre quota 50, che separa contrazione da espansione (51,1 da 49,6 di novembre). Bene l’Italia, che è passata dai 51,5 punti di novembre a 52,8 punti di dicembre. Si tratta di un risultato superiore alle attese, che erano pari a 51,5 punti.
Brilla anche di più l’attività manifatturiera statunitense, che ha segnato un rialzo per l’ottavo mese consecutivo. Il dato – stilato da Ihs Markit – è passato da 56,7 a 57,1 punti; conto stime flash di 56,5. Nel complesso, la fiducia degli imprenditori sulla produzione futura è ai massimi dal febbraio 2015.