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Stellantis, Tavares: “Puntiamo su sinergie tra le nostre aziende sorelle”

Il Ceo di Stellantis, Carlos Tavares, ha presentato ieri a New York il piano del nuovo colosso dell’auto che al debutto a Wall Street ha fatto un balzo del 10% – La scommessa è la creazione di valore per 25 miliardi di euro in 4 anni con sinergie per 5 miliardi

Stellantis, Tavares: “Puntiamo su sinergie tra le nostre aziende sorelle”

Piccolo e tosto, informale ma senza esagerare. Carlos Tavares, il nuovo re dell’auto alla guida di Stellantis, colosso che conta 14 marchi e dà lavoro a più di 400 mila persone, si è presentato così, senza cravatta e in pullover grigio, al cospetto dei giornalisti di mezzo mondo (e qualcosa di più) accorsi a New York per capire di che pasta sia fatto l’ultimo mito dell’auto, l’erede di Marchionne ma anche di Carlos Ghosn. Scenografia da teatro povero, niente palco, quattro fogli sul tavolo tanto per trasmettere subito il messaggio che gli sta più a cuore: Stellantis non mira a diventare più grossa, bensì ad essere davvero Great, primato che si conquista con le economie di scala e l’innovazione. E, quel che più preme al pubblico italiano e francese, senza il sacrificio di impianti o di occupati.

Saranno proprio le dimensioni del gruppo, spiega Tavares, a permetterci di evitare tagli e strozzature. La nostra forza, ripete più di una volta, sarà a quella di sviluppare le sinergie tra le “aziende sorelle”, italiane, francesi o inglesi. Sì, non ci devono essere privilegi o diritti acquisiti, bensì la possibilità di “mescolare” a piacimento componenti, tecnologie e soluzioni che consentiranno di aumentare l’offerta e di ridurre i costi. “Ma senza alterare – ammonisce – l’immagine esterna dei nostri prodotti. Proprio la diversità dev’essere il nostro tratto distintivo rispetto alla concorrenza che non sempre ci riesce”.

In numeri, la scommessa si traduce in una creazione di valore per 25 miliardi di euro in quattro anni grazie ad una tabella di marcia che prevede sinergie all’interno del gruppo per 5 miliardi di euro da raggiungere nel giro di quattro anni, per un buon terzo grazie alla politica degli acquisti di componenti. Il tutto sotto una cabina di regia composta da nove centri di sviluppo delle strategie dove si prenderanno le decisioni. Comitati che saranno guidato dal presidente John. Comitati “misti che faranno capo al board presieduto da John Elkann che coordinerà le attività dei nove comitati dedicati allo sviluppo delle prestazioni e della strategia aziendale”.

L’ex cfo di Fca, Richard Palmer, manterrà il ruolo di direttore finanziario anche in Stellantis, mentre il capo delle attività europee di Peugeot, Maxime Picat, è stato scelto come responsabile per il Vecchio Continente del nuovo colosso dell’auto. A sorpresa, un manager ex Psa, Jean-Philippe Imparato, per guidare Alfa Romeo. Ma del vecchio Biscione c’era ben poco da conservare.

Tutto sembra favorire il decollo del gruppo, come dimostra l’avvio ruspante sui mercati finanziari. Oggi a Milano Stellantis ha chiuso in rialzo del 2,7% a 13,9 euro, mentre al debutto a New York le azioni hanno messo a segno un balzo del 10%. Tutto facile: anche troppo, se si pensa alle delusioni che può riservare il settore, specie negli anni no, come dimostrano tante esperienze passate.

Ma Tavares è convinto che nell’auto le sinergie sono davvero possibili. E l’ha dimostrato in Opel, dove con pazienza e ostinazione ha saputo portare dalla sua i tedeschi, fino a quel momento più gelosi della loro autonomia di un cavallo da Corsa.

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