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Stellantis-sindacati, accordo per 1.820 uscite volontarie: ecco come funziona e chi può approfittarne

Imagoeconomica

Stellantis e i sindacati Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcfr hanno firmato un accordo per 1.820 uscite incentivate dal gruppo automobilistico. Lo comunicano i rappresentanti dei lavoratori in una nota, sottolineando che “il processo di cambiamento e di transizione verso le nuove motorizzazioni elettriche che sta attraversando il settore dell’automotive deve essere accompagnato da una serie di interventi in grado di garantire la sostenibilità sociale, che eviti impatti traumatici e pesanti sugli attuali occupati e nello stesso tempo preveda nuovi investimenti sulla mobilità futura per gli stabilimenti italiani e un conseguente successivo ricambio generazionale”.

Per questo “abbiamo firmato oggi un accordo con Stellantis per migliorare ulteriormente gli incentivi già previsti negli accordi precedenti – continuano i sindacati – prevedendo nuovi percorsi di ricollocazione, relativamente alle uscite esclusivamente volontarie di anticipo pensionistico e non, negli uffici e nelle fabbriche del gruppo”.

Oggi Stellantis ha quasi 49mila dipendenti in Italia e le possibili uscite volontarie previste sono massimo 1.820, pari al 3,7%. Per i sindacati, “si tratta di un accordo positivo, perché permetterà di adeguare gli organici in modo socialmente responsabile, prevedendo un concreto e innovativo strumento di ricollocazione attiva, ad esclusiva adesione volontaria, che auspichiamo possa dare risultati concreti”.

Accordo Stellantis-sindacati: come funzionano gli incentivi all’uscita

In particolare, in alcuni stabilimenti ed enti erano state già raggiunte delle pre-intese su uscite volontarie, pari a circa 752, mentre in altri saranno avviate le relative procedure per le restanti 1.068. Le uscite avverranno sulla base del criterio della volontarietà, o per meglio dire della non opposizione alla risoluzione del rapporto di lavoro, nell’ambito delle unità e delle mansioni interessate per cui sussiste un’eccedenza.

  • Per chi può raggiungere la pensione entro 48 mesi, gli incentivi saranno tali da garantire per i primi 24 mesi, incluso il trattamento di naspi, il 90% della retribuzione e per i restanti 24 mesi il 70% della retribuzione più un importo pari ai contributi volontari da versare.
  • Per gli operai che non raggiungono la pensione, l’incentivo sarà pari 24 mensilità e comunque a non meno di 55.000 euro, a cui vanno aggiunti 20.000 euro nel caso in cui si risolva il rapporto di lavoro entro il 30 settembre.
  • Per gli impiegati e i quadri che non raggiungono la pensione, l’incentivo varierà in base all’età: per chi ha almeno 50 anni, 24 mensilità per un importo, comunque, non inferiore a 55.000 euro; per chi ha tra 45 e 49 anni, 18 mensilità; per chi ha tra 40 e 44 anni, 12 mensilità; per chi ha meno di 40 anni, 6 mensilità; in ogni caso a dette mensilità si aggiungeranno 20.000 euro nel caso in cui si risolva il rapporto di lavoro entro il 30 settembre.
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