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Stellantis-Renault: prendono quota le nozze che piacciono a Elkann e Macron. Ma chi ci rimette?

Imagoeconomica

Il disegno dell’Europa potrebbe passare dalle fusioni in due settori chiave: le banche da una parte, le auto dall’altra. Mentre Unicredit muove verso la tedesca Commerzbank, i francesi studiano lo scacco in campo automobilistico.

L’idea è questa: creare un colosso tutto europeo per far fronte alle insidie dei produttori Usa e cinesi, di scalzare la giapponese Toyota dal vertice del podio dei costruttori globali e superare Volkswagen dal vertice di quelli europei. Un’idea che, già scritta negli appunti di Sergio Marchionne, è tornata con l’ipotesi di fusione tra Stellantis e Renault proprio in coincidenza con il profit warning di Stellantis di ieri, con la benedizione in primo luogo di Emmanuel Macron che ne vede anche un vantaggio politico, ma anche di John Elkann che preferirebbe sganciarsi e spostarsi in altri settori.

Tutto il settore dell’auto in Europa, che deve anche far fronte alla transizione energetica e all’impatto dei nuovi limiti alle emissioni, sta soffrendo a partire dalla Germania: Volkswagen sta chiudendo impianti e licenziano personale, Mercedes, con due profit warning consecutivi alle spalle, sta liquidando la controllata cinese. Ieri Stellantis ha comunicato la revisione al ribasso della guidance per il margine operativo adjusted e il free cash flow. Ma non solo il settore delle auto di fascia medio alta soffre: anche l’inglese d’alta gamma Aston Martin ha rivisto ieri al ribasso la guidance sui risultati del 2024.

Macron certamente è il più interessato alla fusione

Al presidente francese le nozze piacerebbero molto. Intanto perché la Francia avrebbe un ruolo di spicco nell’operazione e per lui sarebbe un’ottima mossa per assicurarsi il consenso politico. Vediamo come.
Il governo francese possiede al momento il 15% di azioni in Renault e il 6,1% in Stellantis, ma la Francia era già nel capitale di Peugeot quando sono state fuse Fiat, Chrysler, Renault e Citroen, mantenendo un membro nel cda (mentre l’Italia no). È chiaro che con una fusione la presenza del governo francese sarebbe ancora più consistente.

Macron per altro, alla ricerca di una notizia d’effetto a cui mettere l’etichetta “sovranità nazionale” avrebbe una carta politica in più che potrebbe piacere persino a Marine Le Pen. Tra l’altro l’idea di Macron sarebbe di far guidare l’operazione a un “marchionniano” doc: l’italiano Luca De Meo, attualmente ceo di Renault, ex manager Fiat, considerato che Carlos Tavares resterà in carica fino al 2026. Luca de Meo ha già mostrato interesse a cooperare e a dare vita a quello che ha definito un “Airbus dell’auto” europeo.
Già nel 2019, prima dell’operazione Fiat-Psa, la casa torinese stava per chiudere l’accordo con il primo gruppo francese. Ma poi tutto saltò principalmente per l’opposizione del governo di Parigi e dei giapponesi di Nissan (con cui Renault ha una partnership di lunghissima data).

L’outsider Bmw e l’incontro del 15 ottobre

L’idea della fusione Stellatis-Renault era già circolata lo scorso febbraio. Ma ora si arricchisce di un nuovo attore. Secondo alcune indiscrezioni potrebbe essere invitata alle nozze europee anche Bmw che potrebbe portare in dono le sue competenze nel campo delle auto elettriche di alta gamma. Le idee potrebbero schiarirsi con qualche dettaglio in più sulle strategie delle case automobilistiche europee nelle prossime settimane: il 13 ottobre inizierà il Salone di Parigi, ma soprattutto si attende l’incontro, previsto il 15 ottobre, tra Luca de Meo e Carlos Tavares al quale dovrebbe partecipare Oliver Zipse, ceo di Bmw.

Antitrust, von der Leyen e Draghi

Certo, quando si parla di maxi-fusione potrebbe intervenire l’Antitrust a bloccarla. Ma le cose anche su questo fronte stanno cambiando: Ursula von der Leyen, coerentemente con le indicazioni contenute nel Rapporto Draghi, dopo il periodo interventista di Margrethe Vestager, è ora portata a favorire la creazione di “colossi europei”. Il rapporto Draghi ha esplicitamente indicato la necessità di creare campioni industriali europei nel vari settori.

Elkann alle prese con mille grattacapi in Italia

Il dossier mette d’accordo anche gli azionisti di Stellantis, soprattutto John Elkann, che però ha smentito a Reuters ipotesi di fusione. Il nipote di Gianni Agnelli, alle prese con le controversie dei sindacati italiani e le trattative con Adolfo Urso, ha dimostrato di preferire altri settori puntado con investimenti e acquisizioni nei settori lusso, sanità, alta tecnologia, in altre parole: più Sam Altman, meno Maurizio Landini. La sua più recente passione è proprio l’ambito medicale: Exor, la holding della famiglia Agnelli, ha acquistato il 17,51% dell’olandese Philips, che ha spostato la sua attività su apparecchiature e dispositivi medici, abbandonando la tradizionale elettronica di consumo. Alcuni osservatori arrivano a ipotizzare che, una volta uscito dal settore auto, Elkann, potrebbe pensare di abbandonare anche l’editoria: Repubblica e la Stampa.

Ad agosto Stellantis ha visto scendere le immatricolazioni in Italia del 32,4% su anno, dopo il -8,7% di luglio, facendo peggio rispetto al resto del mercato, che ha registrato un calo del 13,37%. La sua quota di mercato italiano ad agosto era del 24,8% dal 31,8% di agosto 2023.

Fiat messa all’angolo

Una fusione tra Stellantis e Renault ingloberebbe ben 18 marchi: il quarto gruppo auto mondiale, creato dall’alleanza Psa-Fiat Chrysler, già considerato un gigante, apporterebbe 14 brand, tra i quali Fiat, Peugeot, Jeep e Citroën. Si teme che una fusione Stellantis-Renault possa svantaggiare l’Italia e rafforzare invece la quota francese nel comparto auto.

Un altro mese di sospensione per la 500 Bev a Mirafiori

Giusto stamani Stellantis ha comunicato ai sindacati che la produzione della 500 Bev alle Carrozzerie di Mirafiori prolungherà la sospensione delle attività fino al primo novembre, motivando a decisione con “la mancanza di ordini legata all’andamento del mercato elettrico in Europa che è profondamente in difficoltà, nonostante la 500e nei primi 8 mesi dell’anno rappresenti il 40% delle vendite nel segmento Ev delle city car (segmento A) in Europa”.

Stellantis, aggiunge una nota, “sta lavorando con determinazione per garantire la continuità di tutti i suoi impianti e delle sue attività” e precisa che alle Carrozzerie di Mirafiori “grazie a un investimento di 100 milioni, presto sarà potenziata la produzione della Fiat 500e con una nuova batteria ad alto potenziale, integrando nuove tecnologie per renderla più accessibile e migliorare l’esperienza cliente, ma all’inizio del 2026 sarà anche avviata la produzione della Nuova 500 Ibrida, che sarà realizzata sulla base dell’attuale 500 elettrica”. Stellantis conferma quindi la sua visione per Mirafiori “che prevede un processo di investimenti nel comprensorio torinese e nell’industria automobilistica italiana, finalizzato alla creazione del Mirafiori Automotive Park 2030, che ha al suo interno eccellenze globali la produzione di cambi elettrificati a doppia frizione (eDct), il Plant di Economia circolare e il Battery technology center, oltre alla creazione di un green campus”.



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