Non è il patriottismo ma la convenienza economica la bussola della strategia di Stellantis. Lunedì il Ceo del gruppo automobilistico nato dalla fusione tra Fiat e Psa, Carlos Tavares, incontrerà a Roma il ministro dell’Impresa e del Made in Italy, Adolfo Urso, per parlare del futuro dell’auto e delle politiche di Stellantis in Italia. Ma gli dirà quello che ieri ha risposto al ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire, che sollecitava Stellantis ad “essere patriottica”, cioè a produrre più auto in Francia. Tavares è stato tranchant: “Stellantis produce dove è più competitiva”. Una risposta che mette a tacere anche i rigurgiti nazionalistici di forze politiche e sociali italiane che lamentano un calante interesse di Stellantis per il nostro Paese e che vorrebbero spingere la Cdp a entrare nel capitale del colosso automobilistico per garantire una maggior presenza in Italia. Però nell’economia di mercato, come ha giustamente ricordato Tavares, le cose non funzionano così. Sono la produttività e la redditività che orientano gli investimenti e non il patriottismo.
Da Urso il Ceo di Stellantis non si presenterà a mani vuote perché alla fabbrica di Melfi è stata assegnata la piattaforma per la produzione di auto elettriche e ricorderà che nei primi sei mesi dell’anno è stato prodotto negli stabilimenti italiani il 15,3% in più di auto e furgoni rispetto allo stesso periodo del 2022. “Il problema – come avverte la Fim-Cisl – è che in nove mesi di Governo Meloni non vediamo fatti concreti sull’auto”. Up per Tavares