Ancora uno stop per Mirafiori. Lo stabilimento Stellantis di Torino si fermerà nuovamente per un mese a partire da fine novembre. Secondo quanto riportato da MF-Milano Finanza, due fonti vicine alla situazione confermano che la produzione riprenderà solo dopo l’Epifania. La fabbrica, che assembla la Fiat 500 elettrica, ha già riaperto l’1 novembre dopo un fermo di un mese, ma il gruppo automobilistico ha concentrato tutti gli ordini della city car elettrica per tre mesi in un unico periodo, quello di novembre, per poi sospendere le attività fino all’inizio del nuovo anno. Una scelta che sembra derivare da difficoltà legate alla fornitura dei componenti e da una domanda rallentata di veicoli elettrici, spesso più costosi rispetto alle controparti tradizionali.
Stellantis: produzione riorganizzata e capacità ridotta
Stellantis ha avviato la produzione di novembre su un turno unico, che consente l’assemblaggio di circa 170 vetture al giorno, una cifra limitata rispetto alla capacità teorica dello stabilimento. L’azienda, secondo fonti interne, si limita a fornire comunicazioni di breve periodo ai sindacati, aggiornando settimanalmente sulle attività produttive. Oggi i rappresentanti sindacali verranno informati ufficiosamente della prosecuzione della produzione fino al 29 novembre, data in cui la fabbrica entrerà in una nuova fase di chiusura. La riduzione dei volumi e il rinvio della produzione si devono anche alla mancanza di supporto da parte dei fornitori per le linee di dicembre.
“Si tratta di un’indiscrezione che non ha alcuna conferma ufficiale. L’azienda verificherà nelle prossime settimane i programmi di produzione per il mese di dicembre”, ha dichiarato un portavoce di Stellantis a Reuters quando gli è stato chiesto un commento sulla notizia.
Stellantis: licenziamenti in Nord America
Oltre alle difficoltà locali, Stellantis sta affrontando diverse problematiche anche su scala globale. L’azienda, come riportato anche da Reuters, deve fare i conti con una domanda stagnante per veicoli elettrici dal prezzo elevato e con la crescente concorrenza cinese, particolarmente forte nel segmento delle auto a basso costo. Inoltre, il gruppo sta fronteggiando un eccesso di scorte negli Stati Uniti, situazione che ha portato a un ribasso delle stime di profitto e di flusso di cassa per il 2024. Così, ieri, il Gruppo guidato da Tavares ha comunicato il licenziamento di 1.100 lavoratori nel suo stabilimento di Toledo, Ohio. Tagli che, specifica l’azienda in una nota ufficiale, sono necessari per ristabilire la competitività del sito, dove le elevate scorte di veicoli invenduti e il calo delle vendite hanno reso necessaria una drastica riduzione della produzione. La decisione implica la sospensione di un turno di lavoro per i dipendenti addetti all’assemblaggio delle Jeep, trasferendo 400 lavoratori a un fornitore esterno.
Accordo con Infineon per potenziare auto elettrica
Stellantis ha stretto una collaborazione con Infineon Technologies, azienda tedesca di semiconduttori, per sviluppare l’architettura di potenza dei suoi veicoli elettrici, con l’obiettivo di promuovere una mobilità sostenibile, sicura ed economica. L’accordo prevede l’adozione dei dispositivi Profet™ di Infineon, che sostituiranno i fusibili tradizionali e permetteranno una gestione energetica più efficiente, dei semiconduttori al carburo di silicio per migliorare le prestazioni e ridurre i costi, e dei microcontrollori Aurix™ per l’architettura Stla Brain. Le aziende istituiranno inoltre un “Joint Power Lab” per sviluppare un’architettura di alimentazione intelligente e scalabile per i futuri veicoli software-defined.
Titolo Stellantis giù in Borsa
In seguito alle recenti notizie sul nuovo stop alla produzione nello stabilimento di Mirafiori e alle difficoltà globali che il gruppo sta affrontando, il titolo Stellantis è in netta flessione a Piazza Affari. Le azioni di Stellantis perdono in mattinata oltre il 3,5% scendendo a 12,546 euro. Le preoccupazioni per la domanda di veicoli elettrici, la competizione con i produttori cinesi e l’eccesso di scorte negli Stati Uniti sembrano pesare sugli investitori, riflettendo un clima di incertezza attorno alle prospettive finanziarie del gruppo per i prossimi mesi.