Stellantis ha messo a segno il semestre migliore di sempre nonostante la crisi delle forniture (la carenza dei chip), le difficoltà delle catene logistiche, il maggior costo delle materie prime (3 miliardi di euro nel semestre) e le turbolenze dei mercati finanziari. Gli analisti hanno seguito con l’attenzione che si tributa ai maestri i conti di Stellantis, illustrati senza enfasi da Carlos Tavares, il grande protagonista del balzo in avanti. Il segreto, tutto sommato, è semplice: non correre dietro al fatturato, in calo del 7%, semmai concentrarsi sui modelli di alta gamma e sfruttare a dovere il tesoro dei modelli ereditati in Usa dalla vecchia Fca, grazie anche ai vantaggi offerti dall’euro debole. La parità fra la moneta unica e il dollaro spiega solo in parte il boom dei margini operativi in Nord America, saliti al 18,1%, o altri risultati stellari, vedi il flusso di cassa industriale di 5,3 miliardi, ottenuto anche grazie a 3,1 miliardi di sinergie, o la liquidità industriale disponibile, che si attesta a 59,7 miliardi di euro.
Stellantis diventerà un’azienda di mobilità sostenibile
In questo modo, Tavares ha saputo cavalcare un mare in tempesta, dove fatica il gigante Volkswagen, come dimostrano le recenti dimissioni di Diess. Senza però dimenticare l’obiettivo più ambizioso: trasformare il quarto gruppo auto del pianeta in un’azienda di mobilità sostenibile, che in questa veste punta a raddoppiare il giro d’affari entro il 2030. Grazie anche alla spinta dei motori elettrici: (che non ama): “In Europa – nota il cfo Richard Palmer – siamo a un passo dai numeri di Tesla, secondi solo a Volkswagen”.
I segreti di Tavares
L’importante è non farsi tradire dalla smania dei numeri: nel secondo semestre, Stellantis ha messo in conto un rallentamento delle vendite (-12% in Europa, -8 in America), senza farsi troppe illusioni sull’aumento delle forniture di chip. Ma l’importante è che le marche premium del gruppo continuino a vendere a prezzi superiori all’inflazione, come è avvenuto finora.
Il segreto dei successi di Tavares sta nell’interpretazione di un mercato in grande evoluzione, dove i volumi passano in secondo piano a fronte della necessità di concentrarsi su modelli (28 le nuove proposte elettriche in arrivo) in grado di scaricare i maggiori costi legati all’inflazione sull’utente finale.
Tavares non ha lesinato parole sulla Tonale o il prossimo lancio della nuova “stupefacente” Maserati, ma si è detto freddo sulla prospettiva di iniziative sul titolo. In ogni caso, il peggio, per ora, potrebbe essere alle spalle, e non solo per Stellantis (+3% dopo i dati).
“Ci aspettiamo di vedere miglioramenti del consenso sull’ebit vicini alla doppia cifra dopo questi risultati superiori alle attese”, ha sottolineato Citi, che sul titolo ha un prezzo obiettivo di 25 euro e un giudizio “buy”.
Gli altri titoli dell’automotive
Ma Stellantis non è sola. Il comparto manufacturing esplode oggi sul listino milanese. Iveco, altra freccia all’arco di Exor, decisa a lasciarsi alle spalle un semestre difficile, guadagna il 4,45%. Ma la performance più brillante del mondo automotive riguarda Brembo (+5,04%), che, sfidando l’aria di recessione, si accinge a raddoppiare la sua presenza in Cina, azionista di riferimento della corteggiata Pirelli (+2,3%). E, fuori dall’automotive, corrono Moncler (+5%) e Stm (+2,5%).
Piazza Affari (+1%) ancora una volta è la migliore del Vecchio Continente, ma torna a salire lo spread (a 243 punti). L’industria non è tutto.