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Stellantis dona 1 milione a fondo per insediamento Trump, Elkann alla cerimonia

Donazione effettuata insieme alla divisione Usa di Hyundai Motor e Delta Air Lines. Elkann sarà presente alla cerimonia di insediamento

Stellantis dona 1 milione a fondo per insediamento Trump, Elkann alla cerimonia

Stellantis, proprietaria di Chrysler, la divisione Usa di Hyundai Motor e Delta Air Lines hanno annunciato di aver donato un milione di dollari ciascuna al fondo per l’insediamento del presidente eletto Usa, Donald Trump. Lo riportano i media Usa, secondo cui tra le altre grandi aziende che hanno effettuato donazioni per l’inaugurazione del 20 gennaio figurano Boeing, General Motors, Ford Motor, Microsoft, Amazon, Alphabet e Meta, la capogruppo di Facebook.

John Elkann all’insediamento di Trump

Il presidente di Stellantis, John Elkann, sarà inoltre tra i manager d’azienda che parteciperanno alla cerimonia di insediamento di Trump alla Casa Bianca a Washington. Da sottolineare che in passato la società non aveva partecipato finanziariamente alle inaugurazioni presidenziali, né per Trump nel 2017, né per Joe Biden nel 2021. 

Il cambio di rotta dell’azienda potrebbe servire a instaurare rapporti più distesi con la nuova amministrazione allo scopo di risollevare le sorti di Stellantis negli Usa dopo il crollo delle vendite (-15%) registrato nel 2024. Ma anche dopo le critiche rivolte a Stellantis da Trump, che in campagna elettorale aveva criticato il gruppo per i piani di delocalizzazione in Messico, minacciando di imporre tariffe del 100% sulle auto prodotte fuori dagli Stati Uniti. 

Prima volta anche per Hyundai

Nel caso di Hyundai, è la prima volta che la casa automobilistica sudcoreana versa una donazione per una inaugurazione presidenziale. La società ha detto di “accogliere con favore l’opportunità di lavorare con la nuova amministrazione su politiche che sostengano la produzione americana, proteggano le catene di approvvigionamento e stimolino l’innovazione”.

Le donazioni delle due case automobilistiche arrivano tra l’altro in un momento in cui i potenziali dazi e le modifiche alle policy sui veicoli elettrici e sulle emissioni dei veicoli in considerazione da parte della nuova amministrazione statunitense potrebbero avere un impatto drammatico sul settore automobilistico.

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