Stellantis si prepara a nuovi licenziamenti. La holding automobilistica, nata dalla fusione tra i gruppi Fiat Chrysler Automobiles e Psa, ha annunciato nuovi tagli al personale negli Stati Uniti, con una riduzione di 400 posti di lavoro a Detroit. I tagli colpiscono il centro di logistica di Freud Street, che supporta le attività del Detroit Assembly Complex, e fanno seguito a precedenti riduzioni in altri stabilimenti nordamericani. La misura è parte di una strategia più ampia di contenimento dei costi, in un periodo che il gruppo automobilistico definisce di “transizione” per prepararsi a un 2025 più stabile. Il portavoce dell’azienda ha dichiarato che il centro logistico sarà esternalizzato a un fornitore di servizi, decisione che comporterà il licenziamento di 400 dipendenti a tempo indeterminato.
Come stabilito dal contratto con il sindacato United Auto Workers, i lavoratori interessati riceveranno un anno di sussidi di disoccupazione aggiuntivi e una copertura sanitaria per altri due anni.
Stellantis: proseguono i licenziamenti in Nord America
La crisi di Stellantis in Nord America sembra non avere fine. I recenti licenziamenti non sono un caso isolato, ma si inseriscono in una serie di riduzioni del personale che l’azienda ha messo in atto da tempo nei suoi stabilimenti statunitensi. Tagli che hanno colpito in particolare i settori delle vetture sportive e dei veicoli pesanti.
La riduzione del personale a Detroit, segue di pochi giorni quello di 1.110 lavoratori a Toledo, Ohio, e di 1.100 a Warren, Michigan. Questi licenziamenti fanno parte di un piano di riduzione dei costi annunciato a fine agosto, che prevedeva la sospensione della produzione del camion Ram 1500 Classic e il licenziamento di un totale di 2.450 dipendenti.
Dietro queste scelte c’è la volontà di mantenere la competitività nei mercati nordamericani e di contenere le spese in un momento in cui la domanda di veicoli a combustione interna è messa in discussione dal crescente orientamento verso l’elettrico. Stellantis, come altre case automobilistiche, si trova ad affrontare cambiamenti radicali nel settore, puntando a soluzioni elettriche e innovative che, però, richiedono riorganizzazioni e sacrifici.
Stellantis – Leapmotor: niente produzione in Polonia, si cerca sede alternativa
In Europa ecco invece altri problemi. Stellantis e Leapmotor hanno deciso di rivedere i loro piani per la produzione del crossover elettrico B10, inizialmente prevista nello stabilimento di Tychy, in Polonia. La scelta di rinunciare alla Polonia è stata influenzata dalla recente decisione del governo cinese, che ha vietato alle case automobilistiche cinesi di investire in Paesi europei che hanno sostenuto i nuovi dazi UE sui veicoli elettrici cinesi. La Polonia è infatti tra i Paesi che hanno approvato queste tariffe fino al 45%.
Si cercano così alternative più costose come lo stabilimento di Eisenach, in Germania, e quello di Trnava, in Slovacchia. Resta da capire se la produzione in questi Paesi possa, però, rendere economicamente sostenibile il progetto del B10 rispetto alla Polonia.
Stop a Mirafiori, la fabbrica riprenderà attività nel 2025
La crisi non risparmia nemmeno l’Italia. Lo stabilimento Mirafiori di Torino, destinato alla produzione della Fiat 500 elettrica, subirà una sospensione della produzione per tutto dicembre, con una ripresa prevista solo a inizio 2025. La decisione segue una recente riapertura a novembre, in cui Stellantis aveva concentrato tutti gli ordini per la 500 elettrica. Le difficoltà legate alla fornitura di componenti e una domanda rallentata di veicoli elettrici hanno, però, portato l’azienda a questa nuova sospensione.
Mirafiori, simbolo dell’industria automobilistica italiana, continua così a essere al centro di un quadro instabile che riflette la difficile transizione di Stellantis verso l’elettrico. La scelta di fermare la produzione si inserisce in un contesto complesso, in cui i veicoli elettrici affrontano un mercato ancora in evoluzione, con costi elevati e una domanda che stenta a decollare.