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Stellantis affonda, contagia Renault e trascina in rosso le Borse europee: Piazza Affari maglia nera

Imagoeconomica

Piazza Affari maglia nera d’Europa in una giornata difficilissima per Stellantis (-13,94%) e per l’automotive in generale. A metà giornata il Ftse Mib è in ribasso dell’1,55% a 34.190 punti, zavorrato dal profit warning della casa italo-francese. Di pessimo umore anche Parigi, con il Cac 40 che perde l’1,46% affossato dalla quotazione francese di Stellantis (-13,85%) e dal tonfo di Renault (-6,25%). Provano a limitare le perdite gli altri listini, con il Dax di Francoforte che cede oltre mezzo punto percentuale, l’Aex di Amsterdam che segna -0,4% e l’Ibex di Madrid in calo dello 0,27%. Fuori dalla Ue Londra scende dello 0,42%.

A pesare sui listini europei sono anche il forte calo della borsa di Tokyo, che ha chiuso in calo di circa il 5% dopo che Shigeru Ishiba, considerato un falco della politica monetaria, ha vinto le elezioni per la leadership e si appresta a diventare il primo ministro del Paese, e i timori degli investitori sulla reale efficacia delle nuove misure approvate dalla Banca centrale cinese a sostegno dell’economia del Paese. 

Alimentano la cautela i dati macro in programma in settimana, tra i quali l’inflazione nell’Eurozona (domani) e i numeri sull’occupazione negli Usa (venerdì) che saranno importanti per indirizzare le prossime mosse delle banche centrali. Nel frattempo in Italia, secondo le stime preliminari diffuse dall’Istat, a settembre 2024 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, è diminuito dello 0,2% su base mensile e aumentato dello 0,7% su base annua (il livello più basso registrato da inizio anno), dal +1,1% del mese precedente. Si tratta di un risultato anche migliore delle previsioni degli analisti che stimavano per l’Italia un’inflazione a settembre pari allo 0,8%.

Sbanda il comparto auto europeo: pioggia di profit warning

Giornata nera, nerissima, per l’automotive europeo, con lo Stoxx Europe 600 Automobiles & Parts che a metà giornata cede il 3,83% dopo una serie di profit warning da parte di alcuni colossi del comparto. Ad aprile le danze stamattina è stata Stellantis, che ha tagliato le stime sui risultati del 2024 per riflettere misure più incisive necessarie a far fronte a problemi di performance in Nord America e al deterioramento nelle dinamiche globali del settore. Ora la casa italo-francese vede ora un margine del risultato operativo adjusted tra il 5,5% ed il 7%, in calo rispetto al precedente “double digit”, mentre il free cash flow industriale è atteso in un range tra -5 e -10 miliardi rispetto al precedente “positivo”.

Subito dopo è stato il turno di Aston Martin (-20,19% a Londra), che ha fatto sapere che non prevede più di raggiungere un free cash flow positivo nel primo semestre e ha tagliato il suo obiettivo di volumi all’ingrosso per il 2024 di circa 1.000 veicoli per risolvere il problema.

Da tenere in considerazione che venerdì la stessa mossa era arrivata da parte venerdì da parte della tedesca Volkswagen (-2,45%), che ha rivisto al ribasso le stime sul margine di profitto (a 5,6% da 6,5-7%) facendo riferimento a una performance inferiore alle attese della divisione auto e al generalizzato deterioramento del quadro macro. 

Ancora prima, anche Mercedes-Benz (-2,6%) e Bmw (-3,17%) avevano apportato tagli alla guidance a causa del deterioramento dell’ambiente di mercato in Cina, Stati Uniti ed Europa.

In questo maremoto che ha travolto l’auto è entrata dalla finestra anche Renault (-6,5%). Subito dopo il profit warning lanciato da Stellantis, sono infatti ripartiti con insistenza i rumors su una possibile fusione tra la casa italo-francese e Renault, che secondo le indiscrezioni potrebbero decidere di unire le forze per far fronte all’avanzata in Europa delle auto elettriche cinesi con il benestare del presidente francese Emmanuel Macron, principale sponsor dell’iniziativa. Si parla anche di un possibile accordo con i tedeschi di Bmw. 

Stellantis affonda Piazza Affari

Il crollo di Stellantis, le cui azioni in avvio non erano neanche riuscite a fare prezzo, zavorra l’intera galassia Exor, con Iveco in rosso del 5,47% e Ferrari che scende dello 0,92%. Nel comparto cade anche Pirelli (-2,44%).

Negative le banche: Mps (-1,88%), Banco Bpm (-1,54%), Bper (-1,32%). Intesa Sanpaolo perde lo 0,6%, mentre Unicredit segna -0,4% in attesa di novità sull’operazione Commerzbank (-0,55%). Tra i finanziari è in rosso anche Nexi (-3,6%). 

Prova a resistere il lusso, settore particolarmente esposto ai mercati cinesi con Brunello Cucinelli (+0,3%). Sopra la parità anche i petroliferi al traino del greggio, con Eni e Saipem, entrambe a +0,1%). Frazionali rialzi per Recordati (+0,3%), Unipol (+0,28%) e Prysmian (+0,15%).

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