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Statali: dagli aumenti alla settimana corta e ai buoni pasto, tutte le novità del nuovo contratto che Cgil e Uil rifiutano

È stato firmato il rinnovo del contratto 2022-24 degli statali. Tante le novità previste dall’accordo che riguarda oltre 193mila lavoratori. Ecco tutto ciò che c’è da sapere

Statali: dagli aumenti alla settimana corta e ai buoni pasto, tutte le novità del nuovo contratto che Cgil e Uil rifiutano

Lo scorso 6 novembre, mentre tutto il mondo guardava alle elezioni statunitensi, i sindacati hanno firmato il rinnovo del contratto 2022-24 del comparto Funzioni centrali. O meglio, lo hanno firmato alcune sigle sindacali. L’accordo è stato sottoscritto dalla Cisl-Fp e dai sindacati autonomi Confsal Unsa, Flp e Confintesa Fp che insieme raggiungono la maggioranza del 54,6%. Non hanno invece firmato Fp-Cgil e Uil-Pa. L’intesa dovrà ora passare i controlli di rito alla Ragioneria generale e alla Corte dei conti per poi arrivare alla firma definitiva e all’entrata in vigore delle nuove regole.

Tra le novità più importanti previste dal nuovo contratto per gli statali figurano aumenti medi di 165 euro al mese, ricorso più semplice allo smart working, buoni pasto anche per chi usufruisce del lavoro agile, ma anche la possibilità di sperimentare la settimana corsa di 4 giorni mantenendo le 36 ore settimanali e lo stesso stipendio. Vediamo nel dettaglio, cosa cambia per i dipendenti pubblici.

Contratto statali: la platea

Il nuovo contratto  2022/24 copre 193.851 dipendenti di ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici tra i quali Inps, Inail, Aci e altri.

Aumenti statali: ecco a quanto ammontano in base agli inquadramenti

Come detto, l’accordo prevede un aumento medio di 165,85 euro lordi al mese, per quasi la metà anticipati per il 2024 dalla super-indennità di vacanza contrattuale pagata alla fine dello scorso anno, e arretrati per circa 850 euro, anch’essi ridotti rispetto al solito dall’anticipo dello scorso dicembre. 

Nel dettaglio, gli operatori potranno contare su 121,40 euro lordi al mese in più. Per gli assistenti si sale a 127,70 euro lordi mensili, che diventano 155,10 euro per i funzionari. Infine, per le professionalità più elevate si arriva a 193,90 euro lordi in più al mese. 

In percentuale si tratta di un aumento medio del 6% contro la richiesta iniziale dei sindacati di un recupero pieno dell’inflazione già maturata nel triennio considerato del 17%. 

Le novità su indennità e promozioni 

I lavoratori che assumeranno incarichi di posizione organizzativa che porteranno a maggiori compiti e responsabilità senza tuttavia ricevere una vera promozione, potranno ricevere un’indennità pari a 3.500 euro l’anno, a fronte del massimo di 2.600 previsto in precedenza.

Sulle “progressioni”, il nuovo contratto prevede invece di estendere fino al giugno del 2026 la deroga che consente anche a chi non ha i titoli di studio richiesti dal nuovo ordinamento professionale per i vari livelli di salire nella scala gerarchica (in pratica, laurea e 5 anni di esperienza, oppure diploma e 10 anni di esperienza per diventare assistenti o funzionari).

Statali: arriva la settimana corta di 4 giorni

Al via per i dipendenti pubblici la sperimentazione della settimana corta. Si potrà scegliere di lavorare quattro giorni alla settimana anziché cinque, a parità di stipendio mantenendo però inalterato “l’orario ordinario di lavoro di 36 ore settimanali”. Tradotto: chi vorrà usufruire di questa possibilità dovrà lavorare 9 ore al giorno più la pausa pranzo. C’è un’altra condizione: le amministrazioni che decideranno di partecipare alla sperimentazione dovranno garantire “il livello di servizi resi all’utenza”. Non ci sarà dunque un giorno di chiusura in più per gli sportelli, nell’ambito di una sperimentazione che a questo punto sembra riservata più che altro alle amministrazioni centrali che non hanno rapporti diretti con il pubblico. 

L’articolazione dell’orario di lavoro su quattro giorni comporterà infine un riproporzionamento delle giornate di ferie annue così come di tutte le altre assenze dal servizio previste dalla legge e/o dai Ccnl.

Statali: lo smart working sarà più semplice con il nuovo contratto

Sullo smart working il nuovo contratto prevede una novità importante. Viene infatti eliminato l’obbligo di “prevalenza” del lavoro in presenza, dando così la possibilità ai dipendenti pubblici, in determinati casi, di lavorare in smart working per più del 50% del tempo d’impiego. 

Sarà inoltre più facile usufruire dello smart working per i neo assunti e per chi è in condizioni di particolare necessità. Per i lavoratori con particolari esigenze di salute o che assistono familiari con disabilità in situazione di gravità ai sensi della legge 104 o genitori con bambini piccoli, si legge nella bozza, “e per le altre casistiche individuate in sede di contrattazione integrativa è possibile estendere il numero di giorni di attività resa in modalità agile rispetto a quelle previste per il restante personale”. 

Buoni pasto anche per chi è in smart working

Un altro cambiamento riguarda l’erogazione dei buoni pasto anche per le giornate in smart working. Ad oggi, infatti, i ticket vengono riconosciuti o meno a seconda delle decisioni della singola amministrazione. “Ai fini dell’erogazione del buono pasto le ore di lavoro convenzionali della giornata di lavoro resa in modalità agile sono pari alle ore di lavoro ordinarie che il dipendente avrebbe svolto per la medesima giornata se avesse reso la prestazione in presenza”, si legge nella bozza. In questo ambito sarà però necessario l’intervento del ministero dell’Economia e delle finanze per verificare la disponibilità di risorse. 

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