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Starlink di Musk in pole in Italia, ma perde il Brasile che firma con la Cina: per Internet via satellite via al risiko

Imagoeconomica

È iniziato il risiko della connessione Internet da satellite a bassa orbita. E non poteva essere altrimenti, visto che sul business è piombato nientemeno che Elon Musk con la sua Starlink e che ci sono Paesi, come l’Italia, con enormi falle nella rete a banda larga. Senza contare che ci sono aree del mondo, come ad esempio l’Amazzonia, in cui la rete non arriva nemmeno, ma che potrebbero essere coperte portando Internet dallo Spazio. Ecco perché Elon Musk, che si appresta ad avere un ruolo rilevante nel prossimo governo degli Stati Uniti, aveva chiuso nel 2022 un accordo con l’allora presidente brasiliano Jair Bolsonaro per portare la connessione via satellite nel nuovo Comando Militare dello Stato dell’Amazzonia, dove Starlink avrebbe dovuto installare 104 antenne, 64 per la connessione fissa e 40 per l’utilizzo itinerante. Con tutto quello che ne consegue non tanto a livello di business, quanto di siurezza informatica e di intelligence.

Starlink, il caso del Brasile

Il caso del Brasile è interessante perché con il ritorno al governo di Lula è iniziato un braccio di ferro su più fronti tra il Paese sudamericano e Elon Musk: prima con il blocco di X deciso dal Tribunale Supremo per la diffusione di fake news sul social, con conseguenti attacchi ai magistrati da parte del magnate come accaduto di recente nei confronti di quelli italiani, poi con le frizioni emerse durante l’ultimo G20 ospitato a Rio de Janeiro, dove la first lady brasiliana Janja ha pubblicamente insultato Musk. E non è finita lì, visto che a margine del summit Lula ha incontrato il presidente cinese Xi Jinping, chiudendo guarda caso un accordo per Internet via satellite con l’azienda cinese SpaceSail, grande concorrente di Starlink e che in Brasile conquista ora un mercato da oltre 200 milioni di utenze. Al momento Starlink vanta oltre 5.000 satelliti che orbitano intorno alla Terra ad una altitudine bassissima, di appena 550 chilometri, e per questo ha un vantaggio tecnologico rispetto agli altri player.

Anche SpaceSail tuttavia possiede un sistema satellitare LEO (cioè di bassa orbita) e con il Brasile è già partner per la Difesa spaziale, a testimonianza di un filo conduttore sempre più solido e rappresentato soprattutto dal commercio di materie prime agroalimentari ma non solo, tanto che nel bilaterale post-G20 di Brasilia i due Paesi hanno firmato decine di accordi strategici in vari campi. Per Lula l’operazione è un’occasione per ridurre il digital divide, raggiungendo con la connessione anche le aree più remote del Paese, ma soprattutto per respingere la presenza ingombrante di Elon Musk, sempre più legato alla destra bolsonarista. E a quella italiana della premier Giorgia Meloni, tanto che incassato lo smacco in Brasile, Starlink è sempre più vicina a fare del nostro Paese il suo laboratorio a livello internazionale. Dopo le polemiche della scorsa primavera, quando l’azienda statunitense aveva accusato Telecom di ostacolare l’accesso alla rete e la condivisione di dati, oggi Palazzo Chigi – anche per rientrare nelle tempistiche del Pnrr che prevedono la connessione a 1 Giga di 7 milioni di numeri civici in zone difficilmente raggiungibili e con pochi abitanti entro il 2026 – accarezza sempre di più l’idea di affidarsi al satellite.

Starlink, il nodo della velocità e il raffronto con la Commissione Ue

L’offerta di Starlink però non raggiunge la velocità di 1 Giga, il che metterebbe il governo in difetto con la Commissione europea rispetto all’uso dei fondi del Pnrr, tanto che la soluzione immaginata a Roma è quella di inquadrare questo servizio come “temporaneo”. La società di telecomunicazioni satellitari del prossimo ministro di Donald Trump è il nome più quotato per aggiudicarsi in particolare il progetto pilota in Lombardia: la strada sembra in discesa non solo per il rapporto personale tra Musk e Meloni, ma anche perché la Lombardia è terra di un altro grande fan del magnate, il leader della Lega e ministro dei Trasporti Matteo Salvini, che sta spingendo parecchio. Anche perché i lavori per il Piano Italia a 1 Giga sono fermi al 32%, a meno di due anni dai termini per la consegna.

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