Standing ovation per Marino Golinelli al termine del suo intervento, nella giornata inaugurale dell’Opificio che l’imprenditore filantropo ha regalato ai giovani e al paese: 9000 metri quadri, 12 milioni d’investimento, una cittadella del sapere dedicata a bambini e ragazzi e ai loro insegnanti.
“Ai Consiglieri, ai Guardiani e alla struttura organizzativa – dice Golinelli – consegno la Fondazione per il futuro, ciascuno per il suo ruolo, per garantirne la continuità”. Sembra un commiato, un testamento attuato in vita, grazie alla donazione di 51 milioni di euro prima e di altri 30 milioni in questi giorni. Sembra una fine invece è un inizio per quest’uomo straordinario, che domenica prossima compie 95 anni.
“La Fondazione Golinelli – racconta – trae origine dalla mia prima iniziativa imprenditoriale, Alfa Biochimici, poi Alfa Wassermann, oggi Alfa Sigma. Come imprenditore ho sempre avuto il senso della responsabilità sociale e volevo ridare parte della fortuna ricevuta, soprattutto ai giovani. Con questo spirito ho portato avanti quella che io chiamo la fase zero, i primi 27 anni della Fondazione. Oggi viviamo la fase uno, è una nuova partenza, grazie all’Opificio, che può contare su una base patrimoniale consolidata, anche per gli anni a venire”. Ce ne sarebbe abbastanza, per applaudire e ringraziare, come infatti fanno autorità, notabili, cittadini accorsi in gran numero in via Nanni Costa a Bologna ad ascoltare quest’uomo straordinario. Ma Golinelli non ha ancora finito, perché il verbo accontentarsi non rientra nel suo vocabolario.
Il filantropo ha già pronta la fase due: “Il progetto Opus 2065, con il quale intendiamo rafforzare la strategia e la missione etica orientata all’educazione, alla formazione e alla cultura, per costruire nuovi e più potenti strumenti per preparare i giovani a un futuro imprevedibile”.
Per proiettarsi nei prossimi 50 anni non si tratta più di mettere a disposizione dei ragazzi solo una metaforica “cassetta degli attrezzi”, ma di immaginare nuove cassette e nuovi attrezzi, perché il mondo cambia velocemente e quanto oggi sembra sufficientemente formativo, domani è obsoleto. Per questo l’Opificio appena nato, sarà anche centro di ricerca
permanente.
“Opus 2065 entrerà in fase di progettazione esecutiva nelle prossime settimane – spiega Golinelli – e si avvarrà di un contributo specifico di 30 milioni, destinati anche alla ricerca su campi futuribili del sapere e al supporto di nuove attività imprenditoriali, con una ricaduta positiva attesa da questi investimenti sia per le persone coinvolte sia per la società”. La coerente destinazione dei fondi sarà garantita da un Trust e da un piccolo gruppo di guardiani.
A questo punto scatta l’ovazione: è il popolo di Camelot che ama il suo Re e ne è totalmente riamato. Gli ingredienti della leggenda ci sono tutti: Re Artù, i cavalieri della tavola rotonda e una cittadella densa di valori e ideali da far crescere e prosperare. Ma non è leggenda, è realtà e si comincia dalla prossima settimana: le prenotazioni dei ragazzi sono già 4000; mille quelle degli insegnanti