L’agenzia di rating Standard & Poor’s ha ridotto le previsioni sulla crescita dell’India dal 6,5% al 5,5 per cento. Questa percentuale è di molto inferiore alle previsioni della Reserve Bank of India, che indica il 6,5% e di agenzie multilaterali quali la World Bank e ADB, ma è superiore a quella di altre banche d’investimento, come Morgan Stanley che ha indicato una crescita del 5,1 per cento. In un comunicato S&P specifica che la mancanza di piogge durante la stagione dei monsoni ha colpito il Paese dove l’agricoltura è ancora una parte importante dell’economia. Il deficit nelle piogge è stato del 15% tra giugno e settembre. “Inoltre – continua il comunicato – il sentiment più cauto degli investitori a livello globale ha portato a una maggiore cautela sulle politiche indiane e sulla carenza di infrastrutture. Preoccupazioni confermate dal black-out di agosto che ha colpito 20 dei 28 Stati indiani”.
Il taglio alle stime indiane fa parte di un’operazione più ampia di revisione delle economie asiatiche che ha portato a una riduzione di mezzo punto delle previsioni sulla Cina al 7,5 per cento. Riduzione anche nelle previsioni sul Giappone (ora la crescita è stimata al 2%), Corea (2,5%), Singapore (2,1%) e Taiwan (1,9%).
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