Venerdì 16 novembre abbiamo dato contezza dell’intenzione di Shinzo Abe, probabile prossimo primo ministro giapponese, di invitare la banca centrale, dopo le elezioni, ad accelerare i programmi di espansione quantitativa della moneta, inondando l’arcipelago di liquidità fino a trasformare la deflazione in (moderata) inflazione.
Abe ha rincarato la dose fra ieri e oggi, dichiarando apertamente che vorrà nominare un governatore della banca centrale aperto a questa possibilità. L’intenzione è quella di far acquistare dalla Banca del Giappone tutte le obbligazioni parapubbliche emesse per finanziare costruzioni e opere pubbliche, così che la moneta creata – e spesa – vada direttamente in circolazione. Questa politica, ha detto, deve continuare fino a quando il tasso di inflazione giapponese (da anni ostinatamente sotto zero) arrivi al 2-3%.
Apriti cielo! I soliti benpensanti si sono stracciati le vesti. Attentato all’indipendenza della banca centrale, hanno detto. Ma la banca centrale è sì un organismo tecnico e indipendente, ma i suoi componenti sono nominati dal governo, e in ultima analisi le linee guida devono essere dettate da governo e parlamento, che sono in presa diretta con la volontà popolare.
Lo yen crollerà a quota 200 col dollaro, hanno detto altri. L’inflazione galopperà… e via spaventando. Ci sono dei rischi, certamente. Ma ci sono anche dei rischi maggior nel non far niente e lasciare che l’economia continui a languire.
http://www.japantoday.com/category/politics/view/abe-criticized-over-plan-to-force-boj-to-buy-government-bonds