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Stabilità: taglio del 50% alla spesa digitale dalla Pa

Un taglio del 50% alla spesa informatica della pubblica amministrazione. E’ una delle novità introdotte dalla Legge di Stabilità, nel dettaglio dall’articolo 29. Una novità destinata a portarsi dietro un lungo strascico di polemiche, e che sembra poter rappresentare un paradosso in un momento in cui il Paese dovrebbe diventare sempre più digitale.

Anche ammesso che parte delle risorse spese in beni e servizi informatici siano spesi “male”, un taglio del 50% alla spesa rischia di rallentare fatalmente il processo di digitalizzazione e innovazione promesso anche dal ministro per la Semplificazione e la Pubblica amministrazione Marianna Madia.

Tra le reazioni a caldo spicca quella di Elio Catania, presidente di Confindustria Digitale: “Non sembra possa essere lo stesso Governo che nei mesi scorsi ha promosso il piano Crescita Digitale e la Strategia per la Banda Ultralarga e ora ordina alle Pa di tagliare del 50% la spesa in tecnologie informatiche”  

“E’ una visione incomprensibile quella che sta dietro a questa norma continua Catania – perché è in contrasto con le politiche di crescita e sviluppo dell’occupazione, di cui il digitale è il motore principale, e in aperta contraddizione con gli impegni sull’innovazione sin qui presi dal Governo.

Tagliare la spesa nelle nuove tecnologie, prosegue il presidente di Confindustria Digitale “significa tagliare proprio lo strumento principale per operare una spending review strutturale e mettere in efficienza la Pa, con tutti i benefici di cui proprio in queste ore si sta parlando, come per la trasparenza e il  contrasto all’evasione fiscale. Ricordando, infine, che siamo agli ultimi posti in Ue per spesa pubblica in informatica, non posso che augurarmi che si sia trattato di una svista di percorso destinata a non lasciare traccia nella Legge di Stabilità che verrà licenziata dal Parlamento”.

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