Dalla Tasi al canone Rai, dal bonus per i nuovi assunti alla voluntary disclosure. I tecnici del Ministero dell’Economia chiariscono alcuni punti della Legge di Stabilità presentando un documento in commissione Bilancio del Senato. “Il sistema delineato dal Ddl di stabilità 2016 assicura nel 2016 l’invarianza di risorse finanziarie per i Comuni rispetto al corrente anno”, spiega il testo che poi sottolinea che “la previsione del rimborso” per i Comuni delle Regioni a statuto ordinario, Sicilia e Sardegna “del minor gettito per il tramite del fondo di solidarietà comunale consente di ridurre la quota di alimentazione” di tale fondo e a carico dei Comuni di circa 2 miliardi nel 2016 rispetto al 2015: questo comporta “effetti positivi in termini di maggiore liquidità per i Comuni interessati“.
Nel documento si precisa comunque che “il meccanismo di ristoro è basato su una stima del gettito ad aliquote 2015 e non considera ovviamente le aliquote massime potenziali”. In tal caso ci sarebbe stato bisogno di una “copertura significativamente superiore”: considerando solo la Tasi prima casa nel caso di aliquota al 6 per mille per tutti i Comuni, “il relativo gettito può essere stimato in oltre 10 miliardi di euro”.
Per quanto riguarda invece l’importo dello sgravio contributivo medio del bonus per i nuovi assunti, gli esperti del Mef spiegano che “è pari a circa 2.150 euro e non circa 1.700 come indicato dagli uffici Bilancio del Senato”. Nel documento si conferma che “l’ipotesi numerica di contratti a tempo indeterminato beneficiari dell’incentivo per il 2016 (circa 1.000.000) può essere considerata in ogni caso prudenziale. Così come ha “finalità meramente prudenziale” la clausola di salvaguardia della voluntary disclosure, “volta soprattutto a dare una ulteriore garanzia ai competenti organismi a livello europeo, tenuto conto che il gettito in questione concorre ad assicurare gli equilibri della legge di stabilità 2016”.
La norma del Ddl di stabilità che prevede il pagamento del canone Rai in bolletta “è invece volta ad incrementare il numero dei contribuenti rispetto a quelli che, attualmente, pagano il canone di abbonamento”. Lo ribadiscono gli uffici del Mef nella nota messa a punto per rispondere ai rilievi dell’ufficio Bilancio del Senato. “A supporto di tale affermazione – si aggiunge – basti pensare che ad oggi il canone Rai è versato da circa 16 milioni di contribuenti e che le famiglie italiane, così come risulta dai dati Istat, ammontano a circa 23 milioni”. Per cui, concludono gli uffici, è “più che prudenziale” considerare che la norma possa produrre maggiori entrate e che il gettito possa essere “almeno pari” a quello attuate derivante da canone, tassa di concessione governativa e Iva.
Sulla stabilità è oggi intervenuto anche il ministro Pier Carlo Padoan, che rispondendo alle domande dei giornalisti sul via libera atteso dalla Commissione europea ha così risposto: “Mi aspetto che siano accolte le ragioni per le quali chiediamo le clausole di flessibilità perchè tali richieste e il disegno generale della legge di stabilità si collocano assolutamente all’interno delle regole europee”. Padoan ha aggiunto che l’Italia “sta facendo moltissimo per la crescita, il debito scende, il deficit scende, c’è un uso assolutamente legale di tutti gli spazi di flessibilità possibili: sono convinto che l’Italia dimostra in modo chiaro la validità delle richieste avanzate, poi sarà la Commissione a decidere”.
Richiesto di indicare quali sono le preoccupazioni della Commissione europea sulla legge di stabilità italiana, il ministro dell’economia ha detto di aver chiarito a Dombrovskis (vicepresidente per l’euro) e Moscovici (Affari economici) “le ragioni per le quali l’Italia indica la possibilità di avvalersi delle clausole per le riforme strutturali e per gli investimenti e che ci sono ottime ragioni perchè tale possibilità sia riconosciuta in aggiunta alla flessibilità già concessa ad aprile per lo 0,4% del Pil. Non ci sono altri punti in discussione con la Commissione europea alla quale ho chiarito anche qual è la base economica logica che sta dietro la scelta della riduzione delle tasse”.
Quanto alle discussioni in corso, Padoan ha respinto l’idea che si stia facendo un mercato tra una clausola e l’altra: “Non c’è alcuno scambio, dare qualcosa in cambio di qualcos’altro: sulla clausola migranti la Commissione prende atto della documentazione molto dettagliata a giustificazione delle cifre, ma dato che si tratta di una decisione orizzontale che riguarda tutti i paesi, deciderà nei prossimi giorni, nelle prossime settimane, sta alla Commissione decidere”.