Resta stabile, e bassissima, la fiducia dei consumatori italiani, che rimane su quel 91,6 raggiunto nel mese di dicembre, che è anche il valore più basso raggiunto dal 1996, da quando, cioè, è iniziata la serie di rilevazioni.
Cresce invece la fiducia in Francia, salita nell’ultimo mese da 80 a 81 (un dato migliore delle aspettative degli analisti, ma che rimane comunque basso, in una prospettiva assoluta) e soprattutto in Germania dove l’indice Gfk sulla fiducia dei consumatori, riferito al mese di febbraio, è salito per la quinta mensilità consecutiva, portandosi da 5,7 a 5,9 (anche in questo caso un dato superiore alle aspettative), il livello più alto dallo scorso Aprile, ad ennesima riprova dello stato di salute della prima economia europea. Fa impressione, soprattutto, il dato sulla propensione all’acquisto, schizzata da 27,4 a 41,8.
Andando a osservare più da vicino e a scomporre il dato italiano, prodotto dall’Istat, scopriamo la discesa dell’indice relativo alla componente economica (da 77,1 a 75,3) e il lieve miglioramento di quello riferito alla situazione personale degli intervistati (da 97,3 a 97,9).
Scende inoltre l’indice sulle previsioni a breve termine (da 82,5 a 78,4), a fronte di un miglioramente sulla fiducia relativa alla situazione corrente (da 98,4 a 102,3). Peggiorano le aspettative sull’andamento generale dell’economia Italiana (da -56 a -67) e crescono signidicativamente le aspettative di disoccupazione (da 87 a 97).
Cala anche il saldo relativo alle valutazioni prospettiche sul risparmio (da -85 a -94), mentre, nonostante il miglioramento di quello sulla convenienza dell’acquisto di beni durevoli (da -99 a -88), le intenzioni di acquisto fanno registrare un netto peggioramento (da -58 a -68). Riguardo ai prezzi al consumo, il saldo dei giudizi sull’evoluzione recente aumenta da 65 a 69 e quello sull’evoluzione nei prossimi dodici mesi diminuisce da 58 a 57.
Il clima di fiducia dei consumatori migliora nel Nord-ovest e nel Mezzogiorno e peggiora nel Nord-est e al Centro.