Il bilancio sull’efficacia delle nuove tipologie di Srl, quella semplificata (Srls) e quella a capitale ridotto (Srlcr), a un anno dalla loro introduzione è decisamente deludente. Lanciate appositamente per sostenere nuove iniziative imprenditoriali, al 31 maggio 2013 le 12.973 imprese costituitesi con questa ragione sociale risultano essere spesso inattive (6 casi su 10) e privi di personale (9 aziende su 10 dichiarano zero addetti). Il quadro emerge dallo studio “Le nuove tipologie di Srl. Un bilancio a un anno dalla loro introduzione: luci e ombre”, a cura dell’Associazione Sindacale dei Notai della Lombardia e redatto su dati Infocamere.
La distribuzione territoriale delle nuove Srl vede il Meridione come protagonista: 5.607 nuove imprese pari al 43% del totale si concentrano lì, seguito dal Centro con 3.417 nuove società corrispondente al 26% del totale. In sole 4 regioni – Lombardia, Lazio e Campania e Sicilia – si concentrano la metà delle nuove srl registrate.
Quanto ai settori di attività, il commercio, soprattutto al dettaglio, e le costruzioni, essenzialmente nelle attività di finitura degli edifici (impiantistica, verniciatura, manutenzione e riparazione) sono quelli di impiego più intenso delle nuove Srl, e sfiorano il 50% del totale. Seguono le attività nel settore della ristorazione con l’8% – 10% rispettivamente di Srlcr e di Srls e infine le attività di consulenza e professionali come quelle di direzione aziendale, gestionali ed informatiche, con l’11% – 12% per entrambe le forme giuridiche.
Il fatto che 6 imprese su 10 non operino ancora sul mercato, fa sorgere il dubbio che molte di queste neo-costituite società siano in realtà, in larga misura, delle “scatole vuote”. C’è da aggiungere che forse non è bastato l’eliminazione dei costi amministrativi (la redazione dell’atto costitutivo e l’iscrizione nel registro delle imprese sono, infatti, esenti dal pagamento di oneri notarili, imposta di bollo e diritti di segreteria, per le Srls) per rendere più facile “fare impresa”.
“Al di là della gratuità dell’intervento del notaio non sono al momento previste altre agevolazioni nella filiera – spiega Enrico Sironi, Consigliere nazionale del Notariato – Gli imprenditori restano soffocati da tempi autorizzativi decisamente superiori agli standard europei, da fisco e oneri contributivi eccezionalmente alti e da fonti di finanziamento molto ridotte”.
La bassa capitalizzazione, caratteristica insita nella fattispecie giuridica stessa, rende infatti difficile accedere a finanziamenti esterni. Al 30 aprile 2013, le società costituite con 1 euro di capitale sociale sono il 17% del totale, il 45% delle nuove Srl è stato costituito con meno di 500 euro, il 19% delle società ha un capitale sociale compreso tra i 500 ed i 900 euro. Poco più di un quinto ha un capitale sociale oltre 1.000 euro.
Sulla stessa linea Domenico Chiofalo, Presidente di Federnotai Lombardia: “L’analisi e i numeri dimostrano come queste società non risultano ancora funzionali ai propositi di creare occupazione, rilanciare l’economia o attrarre nuovi capitali dall’estero. Occorre eliminare le ombre e le perplessità che ancora persistono con l’attuale normativa”.
Nel frattempo, con il decreto legge del 28 giugno 2013, è stato eliminato il tetto dei 35 anni d’età per la creazione di Srl semplificate. Tuttavia, il notariato invitato alla presentazione del rapporto, auspica una disciplina non limitata alla sola fase costitutiva, ma dedicata anche alla fase ordinaria di vita e sviluppo dell’impresa, auspicando un accantonamento rafforzato di utili alla riserva legale fino al raggiungimento del capitale sociale minimo di 10 mila euro previsto per la normale srl.