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Srebrenica: la belva Mladic condannato a ergastolo

(FILES) This file photo taken on June 3, 2011 at the UN Yugoslav war crimes tribunal in The Hague shows wartime Bosnian Serb General Ratko Mladic wearing a cap saluting in the court room at his initial appearance. Former feared Serb military commander Ratko Mladic, once dubbed "The Butcher of Bosnia", is back in a UN court on December 5, 2016 as his trial for genocide and war crimes in the 1990s conflict nears an end, as prosecutors will begin three days of closing arguments and will likely call for a long jail term for genocide, as well as war crimes and crimes against humanity for his role in the bloody 1992-95 Bosnian conflict which saw Europe's worst bloodshed since World War II. / AFP PHOTO / POOL / MARTIN MEISSNER

Genocidio, persecuzione, sterminio, crimini di guerra e contro l’umanità: per questa serie di imputazioni, dopo ben 22 anni dagli eccidi, il tribunale penale internazionale dell’Aja per i crimini nella ex Jugoslavia (Tpi) ha condannato l’ex generale Ratko Mladic, ex comandante dell’esercito serbo bosniaco, all’ergastolo in primo grado.

Il giudice internazionale era chiamato a pronunciarsi sul conflitto in Bosnia tra il 1992 e il 1995, e in particolare sulle stragi di Sarajevo, assediata per ben tre anni, e di Srebrenica, enclave nota per il massacro di 8mila musulmani nel luglio del ’95: undici giorni di follia, dall’11 al 22 luglio, che rappresentano tuttora la peggiore esecuzione di massa in Europa dalla Seconda guerra mondiale.

Prima della lettura della sentenza c’è stato anche tempo per uno scatto d’ira dell’imputato, che è così stato allontanato dall’aula. La condanna dell’ex generale Ratko Mladic, oggi 74enne, “non è un verdetto contro tutti i serbi. La sua colpevolezza riguarda solo lui, e lui soltanto”, ha precisato il procuratore capo del tribunale penale internazionale dell’Aja, Serge Brammertz, al termine dell’udienza.

Gli avvocati di Ratko Mladic hanno già fatto sapere che ricorreranno in appello contro la sentenza di primo grado emessa oggi. Lo ha annunciato il figlio Darko Mladic, che ha definito la decisione “propaganda di guerra. Tale condanna è ingiusta e la combatteremo in appello per provare che si tratta di un giudizio sbagliato”, ha detto il figlio di Mladic in una conferenza stampa.

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