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Squid Game, la criptovaluta è una truffa da 3 milioni di dollari

Wikimedia Commons Di Moses kidwiz - Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=111694678

Ormai non ci sono più dubbi. Squid, la criptovaluta ispirata a Squid Game, è una truffa bella e buona. 

La moneta digitale (non ufficiale) era stata creata poche settimane fa in scia al successo della popolare serie tv di Netflix, vista da oltre 150 milioni di persone in tutto il mondo. Veniva spacciata per una criptovaluta “Play-to-earn”, vale a dire una valuta che poteva essere utilizzata in giochi online in cui, acquistando token, i giocatori possono guadagnare sempre più gettoni virtuali. Non solo, in teoria, avrebbe potuto anche essere scambiata o convertita in divise tradizionali come euro e dollaro.

Un’idea piaciuta immediatamente a molti investitori che su Squid hanno deciso di investire i propri soldi, salendo immediatamente a bordo di un progetto che secondo molti era destinato alla gloria anche per il possibile imminente lancio di un videogioco ispirato a Squid Game. In pochi giorni su Squid si sono riversati 3 milioni di dollari di investimenti e il suo valore è cresciuto da 1 centesimo a oltre 2.856 dollari. Quanto vale oggi? Zero, anzi per la precisione 0,03 centesimi. Un crollo, secondo quanto certificato da CoinMarketCap, del 99,99% avvenuto in pochi minuti.

Cosa è accaduto? In gergo il fenomeno viene definito “rug pull”. Tradotto per i meno esperti parliamo di una truffa in cui i creatori della criptovaluta, dopo aver attirato acquirenti, hanno interrotto improvvisamente l’attività di trading e si sono dileguati con i soldi raccolti. “È uno dei tanti schemi con cui gli investitori più ingenui vengono attirati e sfruttati da promotori di criptovalute malevoli”, ha detto alla Bbc l’economista della Cornell University Eswar Prasad, spiegando che, quando investono in criptovalute, gli acquirenti devono essere consapevoli del fatto che non vi è quasi alcuna supervisione normativa. La truffa dunque potrebbe essere dietro l’angolo. Insieme ai soldi sono spariti anche il sito e i diversi account social legati a Squid. 

C’è da dire che le avvisaglie c’erano tutte, dalla presenza di strafalcioni grammaticali e ortografici sul sito all’impossibilità di rivendere i propri token dopo averli acquistati segnalata nei giorni scorsi da diversi compratori. Ma la popolarità della serie Tv e la volontà di guadagnare in fretta sembrano aver avuto la meglio sulla prudenza. Il risultato, purtroppo, è sotto gli occhi di tutti. 

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Categories: Finanza e Mercati