È sorpasso. Per la prima volta da agosto l’Italia ha sorpassato la Spagna, seppur brevemente, nello spread. In pratica, il differenziale di rendimento fra i Btp a 10 anni e i corrispettivi Bund tedeschi si è attestato per pochi minuti a 308 mentre negli stessi istanti lo spread di Madrid viaggiava esattamente a 309, con rendimenti distanziati da appena 0,003 punti percentuali. Complice il doppio effetto Monti-Draghi e qualche scivolata della Spagna, che oggi ha annunciato un rapporto deficit/Pil del 5,8% nel 2012, contro il 4,4% inizialmente previsto dal precedente governo. Nel pomeriggio lo spread Btp-Bund è tornato a stabilizzarsi a quota 310.
Allo stesso tempo, in una giornata di calma per i listini, Piazza Affari ha però chiuso in positivo dello 0,43%, a ridosso dei 17 mila punti (16.902,51). Al contrario, Francoforte ha chiuso in calo dello 0,29% e Londra dello 0,34%, mentre Parigi è riuscita a rimanere sopra la parità (+0,04%). Anche Wall Street viaggia alla chiusura dell’Europa contrastata, intorno alla parità, nonostante un indice della fiducia dei manager delle imprese di New York (Ism) leggermente migliore a febbraio. Vola però Yelp, il sito di recensioni di attività locali, nel suo primo giorno di scambi dopo il debutto: +67%. L’euro tratta a quota 1,32 e il Wti scambia a quota 107,4 dopo la fiammata di ieri.
Dopo l’iniezione di liquidità e fiducia di Draghi tramite la seconda asta Ltro e nel giorno del consiglio europeo che ha firmato il fiscal compact a 25 e riportato nell’agenda europea la crescita, i mercati rimangono prudenti sull’evoluzione della questione greca. Pur approvando le mosse di Atene, l’Europa ha ancora rinviato l’elargizione dei prestiti alla Grecia. E l’orizzonte è tutt’altro che delineato.
Oggi i contratti credit-default swap sul debito greco a cinque anni sono volati a livelli record, segnalando il 99% di probabilità di default sugli schermi Bloomberg, e i bond decennali ellenici hanno segnato un nuovo record, con il tasso d’interesse che ha toccato il 39,23%, un livello mai toccato dall’introduzione dell’euro.
Per l’IIf un default di Atene contagerebbe Italia, Spagna Portogallo e Irlanda, e per le banche sarebbero necessarie ricapitalizzazioni per 160 miliardi. Per ora le banche hanno beneficiato della seconda maxi asta della Bce e della discesa del calo dello spread allontanando così i maggiori timori sul comparto alla vigilia del verdetto Eba sui singoli piani di rafforzamento del capitale.All’indomani dell’asta però i depositi overnight degli istituti di credito presso la Banca centrale europea hanno raggiunto la cifra record di 776,9 miliardi di euro, oltre 300 miliardi in più rispetto al giorno prima. Il record precedente, di 528 miliardi di euro, risale alla metà di gennaio.
AZIMUT, GLI ANALISTI ALZANO IL TARGET PRICE
INTESA TEME PER IL DIVIDENDO
A Piazza Affari corre Azimut, miglior titolo del listino (+5,95%), dopo che Kepler e Cheuvreux hanno alzato il prezzo obiettivo rispettivamente a 8,2 e 9,5 euro. In deciso rialzo anche Mediaset (+3,46%) e Tenaris (+3,54%) e tra i finanziari Generali (+3,18%) e Banco Popolare (+4,72%). In positivo anche Bpm. I bancari chiudono però contrastati.
Intesa cede l’1,05%, sempre penalizzata dal timori sul dividendo. “La speranza c’è sempre, le difficoltà sono evidenti a tutti”, ha detto al riguardo il presidente della Compagnia di San Paolo, Angelo Benessia. Ben altri pensieri affliggono però gli azionisti di Unicredit (-0,29%) e di Mps (-0,07%). I primi sono alla ricerca di un difficile equilibrio per i vertici post aumento di capitale, con la successione al presidente Dieter Rampl, mentre la Consob ha fatto sapere che la libica Lia è scesa all’1,256%.
A Siena la scelta del presidente, per cui in pole c’è Alessandro Profumo, si intreccia con le difficoltà della Fondazione, che deve fare cassa per ridurre l’indebitamento cedendo un sostanzioso pacchetto di azioni (15%). Intanto ieri si è appreso che le 11 banche creditrici della Fondazione Mps guidate da JpMorgan hanno dato il via libera alla vendita del pacchetto d’azioni in mano alla Fondazione. Manca solo Credit Suisse, che però non fa parte del pool.
Dopo la fumata nera di Premafin sull’opzione Unipol o sulla soluzione Palladio, Fondiaria Sai cede il 3,03%, Milano Assicurazioni il 3,85% e Unipol l’1,38%. Premafin sale dello 0,22%.
FIAT RICONQUISTA LA LEADERSHIP IN BRASILE
PER S&P LUXOTTICA E’ BBB+
Fiat sale del 2,15%. Dopo gli ottimi dati sulle vendite della controllata Chrysler diffusi ieri, i dati di oggi della Fenabrave, l’associazione dei concessionari brasiliani, sanciscono a febbraio la riconquista della leadership di mercato in Brasile con una quota del 23,5%. Fiat ha sorpassato General Motors, che a gennaio aveva conquistato il podio brasiliano, ma che a febbraio ha archiviato solo un magro terzo posto. Mantiene il secondo posto Volkswagen, con 50.246 unità e una quota di mercato del 21,3%.
Standard and Poor’s ha assegnato a Luxottica (-0,33%) la valutazione di BBB+ per il lungo periodo e A-2 per il breve periodo. L’outlook del gruppo è stabile. Il rating sarà applicato al prestito obbligazionario deliberato dal Cda lo scorso 28 febbraio.
SEAT IN RALLY SULL’OK AL PIANO
FALCK RENEWABLES VOLA SULL’INTERESSE DEGLI HEDGE
Seat Pagine Gialle vola in Borsa del 19,52% dopo l’ok al piano di ristrutturazione da parte di azionisti e bondholders. Il titolo balza del 20%, dopo essere sospeso per eccesso di rialzo. La società ha comunicato che il piano ha ottenuto il pieno supporto da parte del comitato degli obbligazionisti senior secured, del comitato obbligazionisti Lighthouse e, come già comunicato ieri, degli azionisti di riferimento, i fondi Cvc, Permira e Alfieri Associates Investors.
Falck Renewables corre sui nuovi rumor di un interesse da parte degli hedge fund: il titolo sale del 7,61%.