Sempre appesi alla trattativa sui dazi Usa-Cina come Tarzan alla liana, i mercati risalgono oggi aggrappandosi alle ultime dichiarazioni incoraggianti da parte americana, mentre Wall Street suona la carica alla conquista di nuovi record.
I mercati europei migliorano dopo l’avvio positivo di New York e chiudono in frazionale rialzo, archiviando la settima settimana consecutiva in verde. Francoforte sale dello 0,45%; Parigi +0,65%; Madrid, +0,93%, rimbalza dopo lo sbandamento post elettorale. Londra, +0,12%, cambia segno, ma resta un po’ più indietro frenata dal comparto media e tlc, risentendo della promessa elettorale del partito laburista, che vorrebbe offrire a tutti internet su banda larga gratis.
Piazza Affari guadagna lo 0,46% e si porta a 23.588 punti, guidata da Azimut, +2,71%. Ancora in spolvero Hera, +2,37%, che tocca un nuovo massimo, a un passo dai 4 euro per azione (3,982).
Migliora lo spread, ultimamente sotto i riflettori per varie cause, fra cui i problemi interni al paese a partire dalle preoccupazioni sul caso Arcelor Mittal-ex Ilva, per i suoi riflessi economici, industriali e politici. Oggi la Procura della Repubblica di Milano ha aperto un fascicolo esplorativo per verificare “l’eventuale sussistenza di ipotesi di reato”.
Tornando al differenziale di rendimento fra Btp 10 anni e Bund: lo spread arretra a 166 punti base, con il rendimento del decennale tricolore a +1,23% e di quello tedesco a -0,34%. Questa sera è atteso il nuovo giudizio di Dbrs sull’Italia.
A New York i tre listini principali viaggiano ad alta velocità, con guadagni superiori al mezzo punto percentuale. Dal fronte macro, l’indice manifatturiero dello Stato di New York risulta sotto le aspettative, così come la produzione industriale e manifatturiera nazionale e l’utilizzo degli impianti, mentre le vendite al dettaglio di ottobre sono andate un po’ meglio del previsto. A quanto è dato sapere però si corre ancora in scia alle parole di ieri del consigliere economico Larry Kudlow, secondo il quale Stati Uniti e la Cina sono vicini a un accordo preliminare sui dazi. “Non è ancora concluso, ma abbiamo fatto progressi molto positivi e i negoziati sono stati molto produttivi”. Secondo Cnbc, il segretario al Tesoro Usa, Steven Mnuchin, il rappresentante per il Commercio, Robert Lighthizer e il vicepremier cinese, Liu He, dovrebbero sentirsi telefonicamente oggi per portare avanti le trattative.
Per alcuni commentatori molte dichiarazioni di questo stampo sono degli steroidi per i mercati e un tale andirivieni di notizie continuerà fino alla fine dell’anno. Sia come sia, un cauto ottimismo ha sostenuto anche una parte dei mercati asiatici, compresa Hong Kong (+0,12%) che pure prevede una contrazione del pil nel 2019, per la prima volta da 10 anni, dovuta alle proteste in corso da mesi, che hanno danneggiato le imprese e spinto l’economia locale in recessione. Situazione che non frena Alibaba, gigante cinese dell’e-commerce, che dovrebbe quotarsi a Hong Kong la prossima settimana, raccogliendo 13,4 miliardi di dollari.
L’euro è in lieve ripresa sul dollaro, con il cambio a 1,105. Fra le materie prime l’oro arretra a 1466,15 dollari l’oncia, il petrolio festeggia e progredisce con il Brent che si porta a 63,38 dollari al barile (+1,77%).
In Piazza Affari sale Prysmian, +2,19%, selezionata per una commessa in Grecia per conto di Admie. In denaro Campari +1,52%. Ancora in rialzo Diasorin, +1,47%, Stm +1,29%. Saipem guadagna l’1,38%, dopo aver toccato punte più alte in seduta in scia all’ipotesi di fusione con la concorrente Subsea7. La norvegese Subsea 7 capitalizza circa 2,9 miliardi; Saipem 4,4 miliardi e la fusione rappresenterebbe una delle maggiori operazioni di sempre nel settore dei servizi petroliferi e secondo gli analisti di Citi consentirebbe consistenti sinergie sul fronte dei costi. Brilla ancora Ferrari, +0,9% dopo la presentazione a Roma della nuova vettura che si chiama come la città eterna. Guadagni frazionali per le banche.
Le vendite colpiscono Ferragamo, -1,79%; Italgas -0,88%; Enel -0,19%; Fincobank -0,17%; Nexi -0,11%. Fuori dal paniere principale perdono terreno Geox -7,17% e Beghelli -3,06% dopo i conti trimestrali e le previsioni per l’intero anno. Debole Mediaset -0,19%, sui cui oggi Reuters scrive che un possibile accordo con Vivendi, per porre fine o ridurre un lungo contenzioso legale, potrebbe comprendere una riduzione della quota detenuta dal gruppo francese nel gruppo di Cologno Monzese.