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Spread più corto dopo l’intesa in Grecia. Ma la Borsa segna il passo

L’accordo raggiunto ad Atene sulle misure di austerity imposte dall’Europa ha un’influenza positiva sui titoli di Stato: il differenziale tra i Btp e i Bund scende ai minimi dallo scorso settembre – La Borsa, invece, non si entusiasma: Piazza Affari chiude praticamente invariata – Tonfo per Mps: la Fondazione smentisce la vendita di azioni della banca

Spread più corto dopo l’intesa in Grecia. Ma la Borsa segna il passo

I leader politici greci chinano il capo alle condizioni poste dalla Ue. Dopo l’annuncio di Mario Draghi, informato in tempo reale dal premier Lucas Papademos, i mercati finanziari del Vecchio Continente hanno rafforzato in un primo momento il trend positivo per poi rallentare il passo dopo che il ministro delle finanze dell’Olanda ha escluso che i ministri delle finanze della zona Euro potessero trovare questa sera l’accordo finale sulla Grecia.

L’indice Ftse Mib – 0,08 a quota 16.655 in chiusura risulta quasi invariato. Positivi invece i mercati di Francoforte +0,57%, Parigi +0,45% e Londra +0,33% Più robusta la reazione dei mercati del debito pubblico. Il rendimento del Btp a 10 anni è sceso di 9 punti base a 5,45%, il rendimento del Bund sale a 2,03% (+5 punti base): lo spread si restringe così a 344 punti base da un massimo della seduta a 369 punti base. Tutta la curva dei rendimenti italiani è in forte ripresa. Il rendimento del Btp a 5 anni scende al 4,1%, minimo dal 21 giugno, quello a 2 anni scivola al 2,86%.

Ormai è in vista del debito italiano l’aggancio con i i titoli spagnoli, con lo spread compreso tra i 20 e i 30 punti base su tutte le scadenze medio-lunghe. L’euro si rafforza a 1,334 contro il dollaro da 1,326 della chiusura precedente. Andamento contrastato per le banche. Quasi invariata Unicredit -0,98%, peggio Intesa -1,19% e Mediobanca -0,2%. Pesante perdita per MontePaschi – 5,12%: la Fondazione Montepaschi, azionista di controllo della banca con circa il 50% del capitale, ha smentito la vendita di azioni della banca nel corso della seduta. Giù anche PopMilano in calo del 3,26% e Banco Popolare -3,41%.

Perde appeal speculativo Impregilo -2,75%: sembra in dirittura d’arrivo l’accordo tra Gavio, che rileverà la quota restante di Igli (il 29,9% della società di costruzioni), e Atlantia che si aggiudicherà l’intera partecipazione nelle autostrade sudamericane. Sono così frustrate le aspirazioni di Salini, proprietario di una quota superiore al 15%, così come l’aspettativa un’Opa.

Forte volatilità per i titoli coinvolti nella maxi aggregazione delle compagnie assicurative. Unipol avanza dell’1,55%, Fondiaria-Sai +4,7%, Milano Assicurazioni -1,2%. Una citazione spetta di diritto al rimbalzo del lusso: Ferragamo +2,9%, Tod’s +1,11% e l’esplosione di Yoox +7,5% dopo i buoni risultati trimestrali.

I costruttori europei di auto hnno ingranato la sesta marcia dopo la diffusione dei dati Daimler +4,1%, ove spicca l’ utile operativo di 2,18 miliardi di euro (contro 1,56 miliardi ), ricavi +10% e dividendo in crescita (2,20 euro per azione contro 1,85 euro ) dell’anno scorso e meglio delle aspettative degli analisti. Fiat , per simpatia, guadagna il 2,9%, cioè il 35% da inizio anno. A spingere il titolo è stato finora il buon andamento delle vendite in Brasile e di Chrysler in Usa. Mentre il titolo saliva di slancio, le immatricolazioni di auto in Italia registravano un calo del 17%. Fiat Industrial segna +2,43%. Invariata Pirelli.

I mercati Usa non si esaltano dopo la notizia, già scontata, del sì dei leader politici greci alle condizioni fissate dall’Unione Europea e dal Fondo Monetario Internazionale. Il seppur modesto rialzo è semmai legato ai dati incoraggianti sul mercato del lavoro: le nuove richieste di sussidi di disoccupazione sono scese la settimana scorsa a 358.000 da 373.000, meglio delle previsioni. In cambio, ha l’effetto di una doccia fredda la notizia di una sanzione da 25 miliardi di dollari alle banche per abusi sul fronte dei pignoramenti immobiliari successivi alla crisi dei mutui.

L’indice Dow Jones sale dello 0,1%, stesso rialzo per l’indice S&P500 e per l’indice Nasdaq.

Non è certo di buon augurio per l’imminente Ipo di Facebook il tonfo di Groupon che scende del 9%, dopo aver registrato nel quarto trimestre una perdita di 0,08 centesimi di dollari per azione, molto peggio dell’utile di 0,03 centesimi atteso dagli analisti a causa di “oneri fiscali straordinari”. I ricavi trimestrali sono stati migliori delle attese a 506,5 milioni di dollari (475,1 milioni le previsioni).

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