Brusca inversione di marcia sui mercati azionari e obbligazionari. Dopo i forti rialzi in apertura legati al piano d’aiuti europeo in favore delle banche spagnole, all’inizio del pomeriggio Piazza Affari gira in rosso di circa mezzo punto.
Fondiaria e Azimut sospese per eccesso di ribasso. Si spegne l’euforia iniziale anche sui titoli bancari: virano in negativo Intesa Sanpaolo (-2,28%), Unicredit (-2,57%), Mediobanca (-2,97%), Bpm (-0,63%) e Banco Popolare (-0,82%). Amplia le perdite A2A (-2,35%), nel giorno in cui il consiglio di sorveglianza è chiamato a nominare il nuovo consiglio di gestione.
Anche lo spread, che stamane si era ridotto fino a 420 punti, torna a impennarsi oltre quota 460. Il nuovo livello del differenziale di rendimento fra i Btp decennali e i corrispettivi Bund tedeschi corrisponde a tassi d’interesse sui nostri titoli al 5,97%. Per alcuni minuti, il valore è tornato perfino sopra la soglia psicologica del 6% per la prima volta dal 31 maggio.
A erodere le euforie sull’Italia potrebbero aver contribuito i dati sul Pil: l’Istat ha confermato per il primo trimestre una contrazione dello 0,8% su base congiunturale e dell’1,4% su anno.
Stesso andamento anche per lo spread spagnolo, tornato a superare di oltre 10 punti il muro dei 500 punti base (in apertura era a quota 482 e nelle prime ore di scambi era arrivato al minimo di giornata sui 462 punti).
Si riducono fortemente i guadagni anche sulle altre Borse europee, con Madrid che negli stessi minuti viaggia in positivo dell’1,7%, dopo aver toccato in apertura un rialzo di quasi cinque punti. Rimangono in territorio positivo Parigi (+1,15%), Francoforte (+1,54%) e Londra (+0,56%). Intanto l’euro torna sotto quota 1,26, a 1,2547.