La piattaforma audio Spotify ha annunciato oggi una riduzione della sua forza lavoro di “circa il 17%”, ovvero di circa 1.500 persone. Si tratta del terzo taglio dal personale annunciato dal colosso dello streaming musicale dopo quelli di gennaio (6%) e di giugno (2%). Complessivamente, dunque, nel 2023 Spotify ha licenziato il 25% dei propri dipendenti.
Spotify licenzia 1.500 persone
Lo scopo dei licenziamenti è quello di ridurre i costi in un contesto di rallentamento “spettacolare” della crescita economica, scrive l’agenzia di stampa France Presse che ha visionato la lettera del Direttore generale Spotify, Daniel Ek, al personale. Il Ceo parlerà pubblicamente dei tagli mercoledì in una sessione del tradizionale evento societario “Unplugged”.
La decisione ha stupito parecchio il mercato, soprattutto in virtù degli ottimi numeri registrati da Spotify nel terzo trimestre. Nei mesi luglio-settembre, infatti, ricavi e abbonati premium (+26%) sono cresciuti sopra le attese, consentendo alla società di realizzare un utile operativo di 32 milioni di euro e un utile netto di 65 milioni.
“Sono consapevole che per molti una riduzione di questa portata può sembrare sorprendente, visti il recente dato positivo sugli utili e le nostre prestazioni”, ammette Ek che poi spiega che i licenziamenti dovrebbero consentire di “allineare Spotify con i nostri obiettivi futuri e di garantire che siamo adeguatamente dimensionati per le sfide a venire”.
“Abbiamo discusso di eventuali riduzioni minori nel corso del 2024 e del 2025 – ha aggiunto il top manager – Tuttavia, considerando il divario tra il nostro obiettivo finanziario e i nostri attuali costi operativi, ho deciso che un’azione sostanziale per ridimensionare i nostri costi era l’opzione migliore per raggiungere i nostri obiettivi” anche se si tratta di un taglio “incredibilmente doloroso per il nostro team”.
Il Ceo Ek: “Vogliamo diventare l’azienda audio leader a livello mondiale”
“Negli ultimi due anni, abbiamo posto un accento significativo sulla trasformazione di Spotify in un business davvero eccezionale e sostenibile, progettato per raggiungere il nostro obiettivo di diventare l’azienda audio leader a livello mondiale e che guiderà costantemente la redditività e la crescita nel futuro – ha scritto il CEO Daniel Ek in una email ai dipendenti, poi pubblicata sul sito – Anche se abbiamo fatto passi da gigante, come ho detto molte volte, abbiamo ancora del lavoro da fare. La crescita economica ha rallentato drasticamente e il capitale è diventato più costoso. Spotify non fa eccezione a queste realtà”.
Ek ha anche aggiunto che “abbracciare questa struttura più snella ci consentirà anche di reinvestire i nostri profitti in modo più strategico nel business. Con un approccio più mirato, ogni investimento e iniziativa diventa più impattante, offrendo maggiori opportunità di successo. Questo non è un passo indietro; è un riorientamento strategico“.
A Wall Street, le azioni Spotify guadagnano l’1% nel pre-market, dopo aver perso il 2,39% nell’ultima seduta della scorsa settimana.