Novità importanti potrebbero arrivare nei prossimi giorni sugli spostamenti tra Comuni per Natale e Capodanno. Il Governo è pronto fare dietrofront sul divieto imposto il 25, il 26 dicembre e il 1°gennaio dal decreto del 3 dicembre. Una decisione dettata dalle polemiche nate all’interno della maggioranza e tra maggioranza e opposizione, e dunque fondata più su motivi politici che su basi scientifiche reali. In Italia infatti, nonostante il rapporto tra tamponi e contagiati continui a scendere, il numero di morti rimane elevatissimo, con ancora 887 decessi il 10 dicembre, quasi 17mila negli ultimi trenta giorni.
Vediamo dunque quali potrebbero essere le novità in arrivo sugli spostamenti tra Comuni.
SPOSTAMENTI TRA COMUNI E REGIONI: LE REGOLE ATTUALI
Il decreto approvato lo scorso 3 dicembre vieta gli spostamenti tra Regioni, anche gialle, dal 21 dicembre al 6 gennaio, eccezion fatta per coloro che si spostano per lavoro, necessità e salute o per far ritorno nella propria abitazione abituale, nel luogo di residenza e domicilio. È stato inoltre stabilito che in tutte le Regioni resti in vigore il coprifuoco dalle 22 della sera alle 5 del mattimo.
Regole ad hoc sono investe state stabile per il 25 e 26 dicembre e per il 1° gennaio. A Natale, Santo Stefano e Capodanno non si possono effettuare spostamenti nemmeno tra Comuni all’interno della stessa Regione. Tutti fermi per evitare feste e cenoni che potrebbero far risalire la curva dei contagi e far arrivare una terza ondata prima ancora che sia finita la seconda. Il 1° gennaio inoltre il coprifuoco è stato esteso di due ore, fino alle 7 del mattino.
SPOSTAMENTI TRA COMUNI: LA POLEMICA POLITICA
Le restrizioni stabilite per le festività hanno creato più di un malumore sia all’interno della maggioranza che tra Governo e opposizioni. È ampio infatti il fronte politico che considera queste regole “eccessive”. A spingere per mantenere la linea dura, insieme al Premier, sono rimasti solo il ministro della Salute, Roberto Speranza, e quello della Cultura, Dario Franceschini. Pressioni opposte sono invece arrivate da Italia Viva, da parte del Partito Democratio e anche dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. Per non parlare delle opposizioni e delle Regioni che da giorni premono affinché il Governo torni sui suoi passi, concedendo alle famiglie di riunirsi per le feste.
Secondo le indiscrezioni, il Presidente del Consiglio sarebbe disposto a cedere. Non perché dal punto di vista scientifico ci sarebbero novità che lo giustificano, ma perché dopo le frizioni interne al Governo sulla riforma del Mes e sul Recovery Fund, mettere nuovamente “alla prova” la tenuta della maggioranza non sembra essere proprio l’idea migliore.
SPOSTAMENTI TRA COMUNI: COSA CAMBIA
Lunedì 14 dicembre si terrà una riunione della conferenza dei capigruppo convocata dalla presidente del Senato, Elisabetta Casellati. Lo scopo è quello di portare il 16 dicembre nell’aula di Palazzo Madama la mozione del centrodestra che prevede di abolire il divieto di spostamento tra Comuni. Una proposta che, dati i numeri, riceverebbe quasi sicuramente incontro il via libera del Senato.
Il Governo potrebbe dunque giocare d’anticipo attraverso un emendamento al decreto anti-Covid o a quello Ristori che modifica le regole attualmente in vigore. Secondo Il Corriere, Palazzo Chigi starebbe già lavorando ad una soluzione che riesca a mettere d’accordo tutti, ma che non implichi un totale “liberi tutti”.
L’ipotesi iniziale, che però sembra già essere stata già scartata, era quella di eliminare il divieto di spostamento solo per i Comuni con meno di 5mila abitanti. Successivamente è stato proposto di eliminare il divieto di spostamento tra Comuni solo per il giorno di Natale. Entrambe le misure però sono state unanimemente giudicate “insufficienti”.
Appare invece più probabile che alla fine si arrivi ad un allentamento che incida a livello provinciale. Parlando in parole povere: il 25 e il 26 dicembre e il 1° gennaio sarà consentito spostarsi all’interno di Comuni appartenenti alla stessa Provincia. Rimarrà invece vietato spostarsi da una Provincia all’altra e da una Regione all’altra, fermo restando che sarà sempre consentito rientrare presso la propria residenza, domicilio o abitazione.
REGIONI CHE CAMBIANO COLORE
Nel frattempo si lavora anche sul fronte regionale. È atteso per oggi pomeriggio il nuovo monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità che cambierà nuovamente la “mappa dei colori” in cui è stato suddiviso il Paese sulla base dei diversi livelli di rischio. Appare certo che Lombardia e Piemonte diventeranno zona gialla a partire da domenica 13 dicembre. Possibile anche il passaggio in zona gialla della Toscana, che però a differenza delle altre due Regioni potrebbe dover aspettare un’altra settimana. Dopo le polemiche degli ultimi giorni l’Abruzzo potrebbe diventare ufficialmente zona arancione.
Incerta invece la situazione del Veneto, dove negli ultimi giorni si è registrato un nuovo aumento dei contagi. Il governatore Luca Zaia ha firmato una nuova ordinanza, che entrerà in vigore a mezzanotte, che impone nuove restrizioni. Nel dettaglio, fino al 15 gennaio le attività commerciali dovranno limitare l’accesso ai clienti sulla base di “un parametro legato ai metri quadrati” (un solo cliente alla volta per i negozi fino a 40 mq. di superficie e un cliente ogni 20 mq. nei negozi con superficie superiore). Prevista anche la riduzione dei banchi di vendita nei mercati all’aperto. Per bar e locali “è previsto uno stop alle 11 delle consumazioni in piedi nei bar. Dopo quest’ora, fino alle 18, si potrà usufruire dei servizi solo se seduti nei locali”. Agli anziani sarà invece “raccomandato di fare la spesa nei supermercati dalle 10 alle 12, per evitare le ore più fredde”.
In Campania invece, Il governatore Vincenzo De Luca ha deciso di vietare gli spostamenti verso le seconde case.