Gli spostamenti dal 3 giugno saranno consentiti tra tutte le Regioni del Paese. E riapriranno anche le frontiere con i Paesi dell’Unione europea, anche se Austria e Grecia si oppongono al transito degli italiani. Lo ha decisio ieri sera il Consiglio dei ministri, malgrado molti governatori – soprattutto del Sud – temano che la diversa situazione epidemiologica tuttora esistente tra le Regioni possa portare nuovi contagi in zone dove l’ormai celeberrimo parametro Rt è sempre più vicino allo zero. Il blocco di determinati territori rispetto ad altri, al contrario, potrebbe ampliare le ripercussioni economiche di una crisi che è già di per sé epocale.
SPOSTAMENTI DAL 3 GIUGNO
Cosa fare dunque? La decisione definitiva è stata presa dal Governo venerdì 29 maggio dopo aver visionato “i numeri delle pagelle sanitarie” che daranno conto di quanto accaduto nelle prime settimane successive alla fine del lockdown e in particolare dalle riaperture del 18 maggio. A preoccupare sono in particolare due Regioni: Lombardia e Piemonte. Al 27 maggio la prima ha registrato 384 nuovi positivi (il 65% dei 584 nuovi positivi a livello nazionale), 73 invece i nuovi casi in Piemonte. Insieme, le due Regioni contano per due terzi dei nuovi contagi.
Come va altrove? Marche, Alto Adige, Umbria, Valle d’Aosta e Basilicata hanno registrato zero nuovi contagi, mentre la Liguria ne ha registrati 39, l’Emilia Romagna 16, la Toscana 12, il Lazio 11, la Puglia 10, il Veneto 8, Trento 7, la Campania 6, la Sicilia e l’Abruzzo 5, il Friuli Venezia Giulia 4, il Molise 2, Sardegna e Calabria 1.
SPOSTAMENTI DAL 3 GIUGNO: NESSUN DIVIETO TRA LE REGIONI
Rispondendo alle recriminazioni di alcune Regioni del Sud (Sicilia e Sardegna su tutte), il ministro degli Affari Regioni ha escluso la possibilità che le Regioni del Sud possano vietare l’accesso ai cittadini provenienti dalle due Regioni del Nord, dicendo No anche all’ipotesi di applicare “una modalità differenziata”. Boccia ha affermato:
“Nei prossimi giorni con l’ultimo click che riporterà il Paese a muoversi ci dovrà essere anche quello del buonsenso. Se tutte le Regioni ripartono, ripartono senza distinzioni sul profilo dei cittadini di ogni Regione, la distinzione tra cittadini di una città rispetto all’altra non è prevista, se siamo sani ci muoviamo. Diverso è prevedere una fase di quarantena, ma non siamo in quella condizione. E anche in quel caso ci vuole un accordo tra le parti”.
Il ministro ha ricordato inoltre quanto previsto dal’articolo 120 della Costituzione Italiana:
“La Regione non può istituire dazi di importazione o esportazione o transito tra le Regioni, né adottare provvedimenti che ostacolino in qualsiasi modo la libera circolazione delle persone e delle cose tra le Regioni, né limitare l’esercizio del diritto al lavoro in qualunque parte del territorio nazionale”.
Articolo 120 della Costituzione
Qualsiasi iniziativa dovrà quindi essere presa di comune accordo con il Governo centrale: limitazioni singole o “passaporti sanitari” non sono da considerare. Per questo sarà fondamentale anche la Conferenza Stato Regioni in programma nei prossimi giorni. Lo scopo è quello di trovare una linea condivisa che vada incontro alle richieste (e alle preoccupazioni) di tutti.