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Spitzmiller (Retake): “Una rivoluzione gentile contro il degrado delle città”

FIRSTonline

L’appuntamento con Rebecca Jean Spitzmiller, la fondatrice di Retake, è vicino alla loro sede di Roma, zona Nomentano-Trieste. Il leggero anticipo con cui arriviamo permette di dare un’occhiata alle strade intorno. Cassonetti vuoti, piazzole sgombre, nessun accumulo di rifiuti. La situazione dell’immondizia non sembra essere tragica come per altre zone della città che abbiamo attraversato per arrivare qui. Oggi è così. Un contrasto che stride.

Con la Spitzmiller decidiamo di fare la nostra chiacchierata sui temi del decoro continuando poi insieme la passeggiata. Lei, con altre tre amiche, Paola Carra, Lori Hickey e Anita Garibaldi, ha dato vita nel 2010 al gruppo Retake Roma oggi evoluto ad una dimensione nazionale. Recentemente è stata insignita dal Presidente Sergio Mattarella dell’onorificenza di Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, “per il suo coinvolgente impegno nella lotta contro il degrado urbano e nella difesa dei beni comuni”. “Quando ho ricevuto la notizia ho provato una gioia immensa pensavo a uno scherzo”.

Gli occhi le brillano e lasciano trasparire una grande soddisfazione. “Gli amici mi hanno detto:”Rebecca, questo riconoscimento dirà a tutti i retakers che quello che fanno con trasporto ogni santo giorno vale per loro, vale per i loro figli e per tutti gli italiani, è da emulare” prosegue “per me ogni retaker ha un pezzetto di quell’onorificenza. Senza di loro non avrei potuto fare molto”.

La Spitzmiller è nata negli Stati Uniti dove si è laureata in arte e poi in giurisprudenza. In Italia dal 1985, tante esperienze lavorative in università e istituzioni di rilievo, attualmente è docente di International Business Contracts e ricercatrice di Diritto Comparato presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Roma Tre. Cominciamo il nostro colloquio.

Ma cosa è Retake, come nasce e perché? “Per dignità personale. Io abito a Roma. L’ingresso del mio palazzo era in condizioni pessime. Abbiamo scoperto la possibilità di levare le scritte dal travertino con un semplice prodotto di pulizia, un solvente per i forni. Pulii con mio figlio la facciata da graffiti e tags con pochi euro e tanto impegno. Poi parlando con le amiche ci siamo dette facciamo qualcosa, raccogliamo un po’ di gente e andiamo a ripulire Villa Borghese che è piena di rifiuti. Abbiamo coinvolto subito il Comune, l’assessore del Centro Storico, il ministero dei Beni Culturali, l’AMA e da quell’evento è nato tutto. Era il marzo del 2010”.

Un modo di fare inusuale da queste parti. C’è un modello a cui vi siete ispirati? “C’entra l’America. La nostra idea viene dalle iniziative di Keep American Beautiful un’associazione americana nata nel 1953 che ha ormai 65 anni e fa campagne molto forti, divertenti e positive per esortare ognuno a fare la sua parte per mantenere belle le città”.

Ci inoltriamo. Siete cresciuti rapidamente. “Rapidamente non direi” dice la Spitzmiller “Sono quasi 10 anni. Il boom c’è stato nel 2014 quando abbiamo scoperto la possibilità di creare gruppi di quartiere su facebook. Siamo organizzati così. Nel modo più locale possibile. Se pulisci sotto casa tua si crea pure una comunità, fai nuovi amici con cui continuare e ampliare il lavoro insieme”.

La Spitzmiller parla con entusiasmo e il suo accento americano la rende caratteristica. Si forma anche una socialità quindi. “Assolutamente si. Una comunità. Retake mette insieme persone con background completamente diversi in termini di età, di professioni, di reddito, di politica”.

Gruppi locali che comunicano soprattutto attraverso i social, sembrerebbe tutto molto spontaneo. “ Lo è spontaneo sì. Non c’è da pagare, non devi registrarti, non devi fare niente per partecipare a questa grande rivoluzione gentile, devi essere solo sveglio, capire e voler fare qualcosa con entusiasmo. I retakers sono così. Siamo così” precisa la nostra interlocutrice “c’è anche un’organizzazione che forse non è apparente ma è necessaria”.

Rivoluzione gentile quasi un ossimoro, visti i tempi poi si potrebbe dire una contraddizione. “Si ognuno di noi forse è arrabbiato o forse frustrato ma io ho il raschietto nella borsa e posso sfogarmi sul prossimo adesivo abusivo che mi capita sotto tiro” dice ridendo.

La giornata è bella ma rigida, il vento freddo ci induce a continuare la nostra chiacchierata nel confort di un bar. Ma qual è il proposito di Retake, cosa vi proponete? “Vogliamo diventare un irresistibile impulso ad ognuno che vive in questo paese a mantenere i beni comuni in maniera decente, puliti, ordinati. Così che tutti possiamo essere orgogliosi del nostro paese, della nostra città, del nostro municipio, della nostra strada, del nostro palazzo. Inizia lì. Se ognuno facesse la parte sua sotto casa domani l’intera penisola sarebbe pulita. Non solo i residenti, pure i commercianti. Ma soprattutto le istituzioni, dobbiamo spingere sulle istituzioni perché facciano la parte loro. Noi la facciamo”.

L’entusiasmo della nostra ospite è visibile. “Il nostro slogan è in quattro parti; wake up, svegliarsi; speak up, comunicare, perché non voglio pulire io tutta la vita, devo convincere anche te e tanta altra gente a farlo; clean up, pulire, dare esempio e grow up, responsabilità. Questo crea un circolo virtuoso. Una volta che ti rendi conto che veramente funziona hai messo in moto il cerchio che comincia a ruotare da solo e anche se tu smettessi la ruota va avanti lo stesso. Stai cambiando la cultura in questo paese. Sembra enorme e lo è”.

L’obiettivo è alto. Anche un lavoro a lungo termine. Pulire la strada è pure una soddisfazione personale, un obiettivo concreto ma il proposito è di cambiare una mentalità, di incidere sulla testa delle persone, sull’educazione. “Iniziamo con la chiacchiera quotidiana con il vicino di casa, con le persone, c’è l’incoraggiamento a pulire. Andiamo nelle scuole a presentare i nostri progetti. Dall’asilo all’università. Una notizia. Da marzo partirà un corso nuovo a Giurisprudenza a Roma Tre che si chiamerà Street Law. Combinerà sia teoria che pratica. Formeremo degli studenti universitari che poi andranno nei licei a spiegare il valore dell’educazione civica. Una bella catena di conoscenze e di orgoglio civile” ed è evidente anche la soddisfazione della Spitzmiller mentre dice queste cose.

Aggiunge poi “abbiamo un programma anche per i commercianti, “Inretake”. A chi mantiene bene il negozio sia dentro che fuori proponiamo di diventare partner. Cioè avere il diritto di esporre il nostro logo, una sorta di bollino del decoro”.

Retake è nato a Roma, si è allargato con tante adesioni, il progetto è stato riprodotto in altre città. “E’ un modello replicabile ovunque. Adesso siamo in 40 città in Italia con un’altra 20ina in incubazione. Queste sono persone che tramite i social vedono la nostra attività e dicono, sì anch’io lo voglio fare. Così ci scrivono, parliamo con loro per capire chi sono, gli chiediamo di firmare delle linee guida che spiegano esattamente la nostra proposta, la nostra filosofia, un po’ le regole di Retake e diventano licenziatari del logo, del nostro marchio”.

La Spiztmiller ci dà un’anteprima “Quest’anno ci riuniamo a Milano dall’8 al 10 marzo durante la fiera “Fai la cosa giusta” e sarà la seconda conferenza nazionale di Retake”.

Come siete organizzati a livello nazionale? “Ogni gruppo cittadino si organizza nella sua città e ci scambiamo best practices tramite Fb. Plogging è stato il primo grande evento di collaborazione. Il plogging mischia lo jogging con il plockare, una parola svedese che significa pick up, prendere, insomma correre prendendo i rifiuti. Un’idea dei ragazzi di Retake Taranto. Ci hanno scritto dicendo guardate noi lo facciamo nella settimana di Pasqua, quella scorsa. Bene. Quest’anno, con il patrocinio della Commissione Europea in Italia, nell’arco di due settimane abbiamo organizzato 15 eventi in 15 città, tutte nello stesso fine settimana. A quello di Roma ho partecipato anch’io, al Parco degli Acquedotti con un 50ina di bambini e i loro genitori. Bellissimo. E’ venuta pure la befana con il cappellino e con il suo cagnolino”.

Proseguiamo. A volte oltre le attività comuni fate anche dei retakes simbolici, più incentrati sul valore in sé, di caratura cittadina, avvalendovi di prestigiose collaborazioni. “Sì molte volte vogliamo mandare un messaggio” chiarisce la professoressa Spitzmiller “è più facile trovare collaborazione dal settore privato. Nel pubblico se troviamo una porta chiusa bussiamo ad un’altra, le porte sono tante e usiamo molte tecniche per spingere. Però è chiaro che mantenere la città in buone condizioni è nell’interesse di tutti, soprattutto per il settore economico perché i turisti non vogliono vedere l’immondizia e le scritte sui palazzi”.

Avete anche apporti importanti, partnership di rilievo. Per fare tutto questo lo spontaneismo non basta. “A Roma c’è una struttura con 9 consiglieri nella direzione, con 45/46 soci, con 180 amministratori dei gruppi locali che organizzano le tante attività sul territorio. Siamo circa 50.000 in tutto” precisa “dietro le quinte ci sono persone con talento, per riparare le macchine che usiamo, ci sono ingegneri, quelli che parlano 3-4-5 lingue che possono andare alle ambasciate e convincere a partecipare ad una iniziativa. Abbiamo un advisory board e tante altre persone che ci sostengono con idee, con networking, anche ad alto livello”. A questo proposito Spitzmiller ci dà un’anteprima “Ci stiamo organizzando per la Giornata della Terra di quest’anno, il 31 marzo. Inviteremo una 30ina di ambasciate, tutte quelle della NATO, del G8, quelle europee, a partecipare ad un grandissimo evento che sarà collocato in quattro posti diversi di Roma. Ognuno rappresenterà un elemento; terra, aria, fuoco e acqua. Ci sarà l’annuncio fra poco, avremo la partecipazione di una grande comunità internazionale. Questa città è la culla della civiltà occidentale. Roma interessa in tutto il mondo”.

Un impegno costante che vi impone di crescere. “’L’idea è di trovare sponsor, come hanno fatto negli Stati Uniti, che sostengono perchè è nell’interesse loro. Siamo già in contatto con tante grandi società, con ENEL, con l’Istituto per il Credito Sportivo. Con la Maratona di Roma che ci vuole coinvolgere come ogni anno, il programma è d’incorporare la collaborazione in una delle quattro aree della Giornata della Terra”.

Il successo e l’espansione di Retake è evidente e avrà attratto anche l’attenzione di soggetti, gruppi politici e economici magari con l’intenzione di orientarne l’attività. Ride la Spitzmiller mentre risponde “Sappiamo benissimo quello che facciamo. Cercano tutti di influenzarci in qualche maniera ma quando sai che è la cosa giusta la fai e basta. I partiti hanno cercato di infiltrarsi? Qualcuno vuole manipolarci? Ci provassero. Siamo tutti adulti, tra noi c’è gente di valore. Lo prendiamo come un complimento. Mica siamo scemi. Insomma state tranquilli perchè non veniamo manovrati da nessuno”.

Le capita mai di voltarsi indietro e ripensare a quell’americana a Roma e alle sue idee un po’ pazze di 10 anni fa? Se lo sarebbe mai aspettato tutto questo? “Le amiche con cui abbiamo cominciato sono state e sono ancora fondamentali. Pensavo, speravo, poi tanta collaborazione, molti retakers appassionati, grinta, un po’ di fortuna e forse questo accento americano e un nome strano hanno aiutato”. La Spitzmiller chiude il nostro incontro sorridendo, come era iniziato. Ci sarebbero ancora tante cose da dire ma queste sono già molte. Il tempo è volato via leggero. E’ ora di salutarsi, magari al prossimo retake.

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