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Spionaggio nei conti correnti delle sorelle Meloni, big politici e alte cariche: perquisita la casa del bancario pugliese indagato

Pixabay

L’ombra di uno scandalo si allunga sulla sicurezza bancaria in Italia dopo che un ex dipendente di Intesa Sanpaolo è stato accusato di aver effettuato oltre 6.600 accessi abusivi ai conti correnti di politici e personaggi famosi. Vincenzo Coviello, 52 anni, originario di Bitonto e in servizio presso la filiale Agribusiness di Bisceglie, provincia di Bari, ha spiato dati sensibili di più di 3.500 clienti in tutta Italia dal 21 febbraio 2022 al 24 aprile 2024. Secondo i dati raccolti, avrebbe eseguito “6.976 accessi a conti correnti di clienti non giustificati da esigenze di servizio”. Coviello ha dichiarato ai pubblici ministeri: “Sono un maniaco del controllo. Ho fatto tutto da solo, e comunque non ho mai scaricato documenti”. Il suo comportamento ha sollevato preoccupazioni riguardo alla sicurezza dei dati personali e alla vulnerabilità del sistema bancario.

Dalle sorelle Meloni alla famiglia Berlusconi fino a Draghi: ecco i conti correnti spiati

Tra i nomi emersi dall’inchiesta, si trovano figure di spicco della politica italiana, come la premier Giorgia Meloni, sua sorella Arianna e il suo allora compagno Andrea Gianbruno, la segretaria Patrizia Scurti e il marito, Giuseppe Napoli, capo della scorta della premier e attualmente agente dell’Aisi. Ma all’interno del gruppo degli spiati c’è tutto e di più: il presidente del Senato Ignazio La Russa, i ministri Guido Crosetto, Daniela Santanchè e Raffaele Fitto e gli ex premier Matteo Renzi ed Enrico Letta. Anche Mario Draghi, Luigi di Maio, Nichi Vendola, Alessandro Di Battista, Angelo Bonelli, Massimo D’Alema, Gianfranco Fini, l’intera famiglia Verdini, Francesco Boccia sono finiti nel mirino del bancario “spione”. Non mancano neppure i governatori delle regioni: Michele Emiliano (Puglia) e Luca Zaia (Veneto). L’elenco include anche procuratori e alti ufficiali delle forze dell’ordine, come l’allora presidente della Corte costituzionale Silvana Sciarra, il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, i vertici dei Carabinieri (l’ex comandante generale Tullio Del Sette) e Andrea De Gennaro, comandante generale della Finanza. E ancora, alti prelati del Vaticano e personaggi pubblici e vip come Francesco Totti, John e Lapo Elkann, la famiglia Berlusconi e anche Marta Fascina, Al Bano, Luisa Ranieri, Zucchero, Paolo Bonolis e Paola Egonu.

Conti correnti spiati: ecco come è stato scoperto il bancario

Le indagini sono partite quasi per caso, grazie a un correntista – un facoltoso imprenditore – avvisato di accessi anomali sul proprio conto. Gli viene comunicato che è stato avviato un procedimento disciplinare nei confronti di un dipendente della banca, già sospeso a maggio dopo una segnalazione al Garante della Privacy. Insoddisfatto delle spiegazioni fornite dalla banca, il correntista decide di presentare un esposto in Procura. Da quel momento, le indagini si intensificano e, solo ad agosto, i Carabinieri si sono accorti della portata dell’operazione, Intesa ha comunicato il licenziamento del dipendente, avvenuto l’8 agosto 2024, innescando ulteriori indagini sulla responsabilità oggettiva della banca secondo la legge 231.

Gli investigatori hanno scoperto che Coviello ha avuto libero accesso al sistema bancario, cercando impunemente nomi di interesse tratti dai giornali. Le sue ricerche includevano schede clienti, estratti conto e, in alcuni casi, movimenti delle carte di credito, consentendo di ricostruire gli spostamenti delle persone coinvolte. Grazie al suo ruolo, poteva accedere a tutte le schede dei correntisti, inclusi i parlamentari, poiché Intesa Sanpaolo offre servizi specifici per i deputati. Le ricerche erano casuali e variavano nella durata (alcune pochi secondi altre più approfondite), rivelando un modus operandi preoccupante e ingiustificabile.

Coviello ha fatto tutto da solo? L’ipotesi di un complice

Secondo il quotidiano Domani, gli inquirenti ipotizzano che l’accesso abusivo ai conti avvenisse “per procurare a sé o ad altri, attraverso la consultazione di quei dati, notizie che, nell’interesse della sicurezza dello Stato o, comunque, nell’interesse politico interno o internazionale, dello Stato dovevano rimanere segrete”. Su questo, però, al momento non ci sono prove concrete, né un giro di denaro che suggerisca la presenza di un complice. Fatto sta che ieri il bancario “spione” ha subito una perquisizione domiciliare, durante la quale sono stati sequestrati smartphone, tablet, hard disk e altri dispositivi informatici, ora oggetto di verifiche forensi. Sono stati anche alla sua vecchia scrivania in banca.

Le reazioni

In risposta a questo scandalo, la premier Meloni ha commentato su X: “Dacci oggi il nostro dossieraggio quotidiano”, segnalando così l’allarmante vicinanza tra politica e potere bancario. Matteo Renzi si è detto solidale con Meloni, pur facendo notare che certe ingiustizie sembrano colpire tutti, anche se la rabbia arriva solo quando si viene coinvolti personalmente: “Mi dispiace che la Meloni si accorga di queste cose solo quando riguardano lei e taccia invece quando colpiscono i suoi avversari politici”. Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha definito la situazione “inaccettabile” e ha invitato a una riflessione seria sulle leggi in materia di protezione dei dati e sulla necessità di rafforzare i controlli interni nelle banche. Ha anche suggerito che questo episodio potrebbe avere ripercussioni negative sulla fiducia dei cittadini nel sistema bancario e politico.

Intesa Sanpaolo, dal canto suo, ha affermato che “il comportamento del dipendente non era in linea con le procedure interne e la normativa di settore, rivelato nel corso delle ordinarie attività di controllo, che include un articolato sistema volto a individuare eventuali comportamenti anomali o a rischio”.

Con l’inchiesta in corso, la Procura di Bari e il Garante per la privacy dovranno ora fare chiarezza sulle implicazioni legali di questo grave incidente e sulle possibili responsabilità della banca. L’ombra del dossieraggio e la fuga di informazioni sensibili sollevano interrogativi inquietanti sulla sicurezza e la privacy dei cittadini.

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