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Spid, si parte: Pin unico e 600 servizi pubblici in arrivo

Un passo avanti verso la digitalizzazione del Paese. Con qualche mese di ritardo rispetto alle tabelle di marcia arriva Spid, il sistema pubblico di identità digitale, presentato oggi nel corso di una conferenza stampa presso il Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Dal 15 marzo 2016 InfoCert, Poste Italiane e Tim (attraverso la società Trust Technologies del gruppo Telecom Italia, la registrazione sarà possibile sul portale www.nuvolastore.it), i tre Identity Provider accreditati, renderanno disponibili le prime identità digitali, ovvero le credenziali (pin e password) attraverso cui i cittadini, a partire da fine marzo, potranno accedere ai servizi online della PA.

Nel caso di Poste, attualmente guidata da Francesco Caio, che aveva concepito l’idea di Spid durante il suo impegno come “Mister Agenda Digitale”, gli attuali possessori dell’identità digitale PosteID potranno decidere in autonomia di “aprire” o “chiudere” il loro Id a Spid, accedendo a tutti i servizi attualmente disponibili. Per abilitare a Spid il proprio PosteId basterà registrarsi e fare richiesta sul Sito di PosteItaliane. Inizialmente, saranno circa 300 i servizi online disponibili forniti dai diversi Service Provider pubblici (INPS, INAIL, Agenzia delle Entrate, sei Regioni Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Liguria, Marche, Friuli Venezia Giulia, il Comune di Firenze), a cui, negli obiettivi del Governo, seguiranno tutti i servizi della Pa, al termine del percorso di implementazione. Già da giugno dovrebbero essere almeno 600 i servizi disponibili.

TIM id sarà invece utilizzabile su tutti i portali delle Pubbliche Amministrazioni Locali e Centrali e delle aziende private aderenti che esporranno l’icona del lucchetto “SPID”. Sono previsti livelli di sicurezza differenziati in base alle diverse tipologie di servizi cui si vuole accedere: l’accesso ai servizi informativi sarà consentito tramite Nome Utente e Password stabiliti dall’utente stesso; per alcune operazioni, ove richiesta una maggiore sicurezza e tutela dei dati, sarà inviato all’utente un codice utilizzabile una sola volta (One Time Password) per completare l’accesso ai servizi. Saranno inoltre disponibili un cruscotto di controllo e un servizio di notifiche sull’utilizzo della propria identità digitale TIM id. Il servizio potrà essere richiesto anche dalle aziende che avranno a disposizione, in opzione, identità multiple per i propri rappresentanti.

Con questa rivoluzione i cittadini potranno, ad esempio, scaricare online la propria posizione contributiva dal sito dell’INPS o la situazione contributiva della colf dal sito dell’INAIL o accedere ad alcuni dei servizi dell’Agenzia delle Entrate sono già disponibili, (dichiarazioni dei redditi, studi di settore, rimborsi, risultanze catastali). Le Regioni consentono di scaricare online il modello unico per l’edilizia.

L’adesione ai servizi online, per cui non c’è obbligo di distribuzione da parte di comuni e regione, dipenderà, dunque, dalla volontà dei cittadini. Un fattore, questo, che rischia di pesare sul successo dell’iniziativo, alla luce dello scarso riscontro avuto da altri progetti pubblici di digitalizzazione come la CNS (Carta Nazionale dei Servizi), la Tessera Sanitaria e la CIE (Carta d’Identità Elettronica).

Le identità SPID saranno suddivise in tre diverse tipologie, ciascuna delle quali corrisponde ad un crescente livello di sicurezza. Il sistema assicura la piena protezione dei dati personali, tutela la privacy e scongiura la profilazione degli utenti.

“Lavoriamo con determinazione – ha dichiarato il ministro della Semplificazione e della pubblica amministrazione Marianna Madia durante la presentazione di Spid – per una Repubblica matura perchè le migliaia di amministrazioni non possono muoversi come isole ma come un corpo unitario per rispondere ai bisogni dei cittadini”.

Per il ministro si tratta di “una grande infrastruttura immateriale del Paese”, divenuta ormai necessaria perchè “non è ammissibile che internet sia presente nella vita di tutti e quando pensi alla Pubblica amministrazione ti vengono in mente due ‘f’: file e faldoni. Ora con un unico pin, un unico sistema di identificazione, sarà possibile far arrivare i servizi ai cittadini, scambiare dati con la Pa e utilizzare servizi privati. Tutto questo per rendere il Paese più semplice e restituire tempo ai cittadini”.

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