La maggioranza ha tentato un blitz al Senato includendo modifiche sulle concessioni balneari nel decreto Coesione, riguardanti la mappatura delle spiagge e gli indennizzi per i balneari uscenti, oltre a fermare lo strumento anti-evasione noto come Redditometro (sospeso da Giorgia Meloni). Tuttavia, l’incursione ha incontrato i dubbi del Quirinale. Secondo fonti parlamentari, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sollevato perplessità su questi emendamenti, ritenendoli estranei alla materia del decreto, attualmente in esame presso la commissione Bilancio del Senato.
Questa situazione rappresenta un’ulteriore sconfitta per il governo, che continua a incontrare ostacoli nella gestione delle concessioni balneari. Il Consiglio di Stato ha recentemente ribadito che le proroghe generalizzate delle concessioni demaniali marittime agli stabilimenti turistico-ricreativi sono illegittime. Tali proroghe contravvengono alla direttiva Bolkestein e all’articolo 49 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, che sanciscono i principi di concorrenza e libertà di stabilimento. La posizione è stata riaffermata in tre sentenze depositate il 20 maggio, relative a giudizi già decisi dalla Cassazione e dalla Corte di Giustizia.
Mattarella frena il decreto omnibus del Governo
Durante una riunione a Palazzo Madama, il governo e la maggioranza hanno affrontato le proposte di modifica al decreto Coesione. La riunione, presieduta dal ministro Raffaele Fitto, ha visto la partecipazione del ministro Luca Ciriani e del sottosegretario Federico Freni. In questa sede, il governo ha comunicato alla maggioranza le osservazioni del Quirinale, cercando di limitare l’ambito delle modifiche.
Una delle principali preoccupazioni sollevate riguarda il rischio che i decreti legge diventino “omnibus”, ossia contenitori di misure eterogenee. Anche il decreto Coesione è soggetto a questo rischio, con due emendamenti che hanno superato la tagliola dell’improponibilità.
D’altro canto, il presidente Mattarella aveva già chiarito la sua posizione mercoledì 12 giugno durante un discorso a Confcommercio, dove aveva criticato apertamente “il favoritismo statale verso privati e categorie che indebolisce la democrazia”. Le sue parole non avevano lasciato dubbi sulla sua opinione riguardo a tali emendamenti.
Decreto coesione: gli emendamenti della maggioranza
Cosa c’era dunque nei due emendamenti bloccati dal Quirinale? La proposta principale sulle concessioni balneari, avanzata dalla Lega e sostenuta dal capogruppo Massimiliano Romeo, si concentra su diversi aspetti cruciali:
- Mappatura delle spiagge: l’emendamento propone l’introduzione di norme per la mappatura delle spiagge italiane. Questo strumento tecnico è stato sviluppato per evidenziare la disponibilità di spazi sul demanio marittimo, lacuale e fluviale, sostenendo che le spiagge non siano un bene scarso. Tale mappatura è vista anche come una strategia per contrastare l’applicazione della direttiva Bolkestein.
- Indennizzi per i concessionari uscenti: un altro punto centrale dell’emendamento è l’introduzione di un meccanismo di indennizzo per i concessionari balneari uscenti. Questo prevede che i nuovi concessionari paghino un indennizzo basato sul valore aziendale ai concessionari che terminano la loro concessione. Inoltre, viene proposto un criterio di prelazione ispirato al modello adottato dal Portogallo, per garantire una transizione equa e trasparente tra vecchi e nuovi gestori delle strutture balneari.
Parallelamente, Forza Italia ha presentato un emendamento, firmato da Maurizio Gasparri, che chiede l’abrogazione del Redditometro e del decreto del ministero dell’Economia del 7 maggio scorso, che elenca gli elementi indicativi della capacità contributiva.
Concessioni Balneari: cosa succederà
La discussione e la valutazione degli emendamenti sulle concessioni balneari proseguiranno nei prossimi giorni. È atteso un confronto serrato tra le diverse forze politiche e il governo per definire l’approccio migliore per riformare questo settore strategico senza compromettere l’integrità e la coerenza del decreto legislativo complessivo.
Il destino delle proposte di riforma sarà deciso dalla commissione parlamentare, che riprenderà i lavori da lunedì. La decisione finale influenzerà il futuro delle concessioni balneari in Italia e la coerenza del decreto Coesione.