Le previsioni circa la spesa sanitaria, illustrate nell’ultima Nadef, evidenziano in prospettiva una dinamica modesta, con una riduzione della spesa in percentuale al PIL; le stime peraltro includono già la spesa aggiuntiva connessa all’attuazione della Missione 6 – Salute del PNRR. Questo implica che le risorse per ampliare e rafforzare le dotazioni, in particolari quelle di personale, non sono moltissime ma da queste dipendono il funzionamento e l’efficacia della sanità stessa.
Dopo il Covid, sistema sanitario in difficoltà
Nel corso dell’epidemia da Covid-19 è diventato evidente quanto il sistema sanitario fosse in difficoltà, l’indicatore più frequentemente preso a riferimento come misura della capacità di offerta sanitaria era il numero di posti letto (in particolare, in terapia intensiva) disponibili. Tale indicatore sintetizza un insieme composito di fattori, come il numero di macchinari necessari per le terapie, così come la dotazione di organico che fa funzionare tali apparecchiature ma dipende anche dalle scelte di politica sanitaria e dalle caratteristiche del sistema sanitario e non può quindi essere considerato come un indicatore esaustivo dell’offerta sanitaria.
Sanità: Italia arretrata sulle soluzioni di gestione, pochi medici
La disponibilità di posti letto (per acuti, terapie intensive) risulta in Italia inferiore a quanto riscontrato nella maggior parte dei paesi europei (in termini pro-capite). Dal punto di vista della dotazione tecnologica, i confronti con gli altri paesi OCSE non segnalano particolari arretratezze dell’Italia, perlomeno a livello quantitativo. L’Italia risulta semmai indietro per quanto riguarda l’adozione delle soluzioni più avanzate per la gestione, come l’uso di cartelle cliniche elettroniche integrate, telemedicina, sistemi di prenotazione online e piattaforme di assistenza virtuale. Il vero punto di debolezza risulta essere nelle risorse umane: nel 2020 la dotazione di infermieri in Italia non era particolarmente elevata, mentre quella di medici specialisti risultava in linea con le medie europee. In alcune specializzazioni si evidenzia, però, una sotto-dotazione di personale (medici di base, medici d’emergenza e urgenza, anestesisti in primis). In prospettiva, le tendenze demografiche segnalano una progressiva uscita di medici entro il 2030, attribuibile al pensionamento di coorti di professionisti, la sostituzione potrà essere ostacolata da una crescente attrattività della sanità privata e dal fenomeno dell’emigrazione all’estero.
I dati medi nazionali celano poi significative differenze territoriali, analizzate nel report.
Il PNRR è un’opportunità: 16 miliardi alla sanità
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è stato scritto quando ancora la pandemia da Covid-19 era in corso, pertanto, non stupisce che un’intera missione sia stata dedicata al tema della salute, come reazione all’esigenza di rispondere alle criticità che la pandemia aveva messo in evidenza.
Il PNRR si configura come un’importante opportunità per rafforzare il sistema sanitario italiano. Il PNRR prevede di attuare la riforma dell’assistenza territoriale e degli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) e destina una parte non trascurabile delle risorse, pari a quasi €16 miliardi, al settore della sanità. Gli investimenti del PNRR nella sanità si concentrano su diversi ambiti.
PNRR dove si concentrano gli investimenti
Innanzitutto, si prevede il potenziamento delle infrastrutture ospedaliere e territoriali. Inoltre, si punta a sviluppare la digitalizzazione del sistema sanitario, introducendo strumenti innovativi come la telemedicina, che consentiranno una migliore erogazione dei servizi e una maggiore accessibilità per i cittadini. Altro obiettivo degli investimenti del PNRR è quello di potenziare le risorse umane nel settore della sanità, attraverso l’aumento delle borse per la formazione di nuovi professionisti e il rafforzamento del reclutamento di personale qualificato. Un ulteriore ambito di intervento è costituito dalla promozione della ricerca scientifica e dell’innovazione nel settore. Si prevede l’istituzione di centri di ricerca e lo sviluppo di progetti innovativi, al fine di favorire la scoperta di nuove terapie, migliorare la diagnosi precoce delle malattie e promuovere il progresso scientifico nel campo medico.
Sanità e Pnrr: ci sono problemi di attuazione
Se i passaggi delle riforme sono stati effettivamente compiuti, per quanto riguarda gli investimenti siamo alla prime fasi del processo. Dati i problemi di attuazione che stanno emergendo, sarà da capire quanto degli investimenti verrà effettivamente realizzato entro il 2026. Vi sono, inoltre, alcune criticità riguardanti la capacità di finanziare la spesa corrente legata ai servizi potenziati e di reperire il personale necessario. Nella proposta di revisione presentata a luglio 2023 dal Governo si propone di rivedere alcuni investimenti, ad esempio rimodulando il numero di strutture realizzate.
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