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Spending review: tagli in arrivo per sanità, statali e Province

Giornata decisiva per la spending review. Tre i nuovi obiettivi nel mirino: sanità, statali e Province. A Palazzo Chigi è in programma un vertice di Governo per fare il punto sull’entità dei tagli da inserire nel prossimo decreto. Le ultime indiscrezioni parlano di un provvedimento da 7-8 miliardi, ma l’Esecutivo è davanti a un bivio: l’intervento potrebbe arrivare fino a 10 miliardi, oppure alleggerirsi a 5-6 miliardi, con una seconda tranche rinviata all’autunno.

Il Premier e il Tesoro spingono per la prima ipotesi, ma la resistenza dei ministeri ai tagli lineari suggerisce la divisione in due pacchetti. Domani il Governo incontrerà sindacati e parti sociali. Dopo questi appuntamenti, che promettono scintille, il testo arriverà a stretto giro in Consiglio dei ministri per l’approvazione.  

Il piano di tagli alla spesa pubblica dovrebbe consentire di far slittare al 2013 l’aumento dell’Iva previsto per ottobre e di ridurne l’entità. Se funzionerà, l’anno prossimo le aliquote al 10 e al 21% potrebbero aumentare di un solo punto invece che di due. Altri obiettivi sono il finanziamento del salva-esodati e degli aiuti alle zone terremotate, oltre alle spese inderogabili come le missioni internazionali. 

Vediamo nel dettaglio quali sono i capitoli principali del prossimo decreto.

SANITA’

Il piano del commissario straordinario Enrico Bondi per la razionalizzazione degli acquisti di beni e servizi prevede una sforbiciata sulla sanità da 1-2 miliardi. Tagli che si concentreranno soprattutto sulla spesa farmaceutica. A queste misure si aggiungerà il pacchetto del ministro della Salute, Renato Balduzzi, con la riduzione delle spese per la specialistica convenzionata e per gli altri appalti. 

IMPIEGATI STATALI

A spaventare i sindacati su questo fronte non è tanto il possibile intervento su buoni pasto (ridotti a 7 euro) e tredicesime (da rinviare a gennaio), quanto l’ipotesi di una forte riduzione dell’organico. In tutto sarebbero coinvolti circa 10 mila lavoratori nel 2012 e altri 80-90 mila entro il 2014: il 20% per i dirigenti, il 10% dei dipendenti di secondo livello e il 5% di chi ricopre altri ruoli.

Gli statali in esubero non ricollocabili potrebbero essere messi in mobilità per due anni, con l’80% dello stipendio. Ai sessantenni sarà forse concesso di andare in pensione con le vecchie regole, derogando alla riforma Fornero.

PROVINCE E SOCIETA’ PUBBLICHE

Archiviata l’annosa questione sull’abolizione delle Province, l’Esecutivo aveva già previsto di ridurle. Le amministrazioni in causa, dopo aver digerito il dimezzamento, avevano chiesto però che il Governo mettesse mano anche alla miriade di aziende ed enti controllati da Regioni e Comuni (oltre 3mila, secondo alcune stime).

Insieme al tetto di tre persone per i Cda delle società pubbliche non quotate (comprese Spa come Poste e Fs), arriverà quindi anche uno sfoltimento significativo degli enti controllati dalle autonomie locali, che costerebbero circa 7 miliardi all’anno. 

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