Nessun ospedale chiuderà i battenti a causa della spending review. “In relazione a notizie di stampa che riportano liste di ospedali da chiudere – si legge in una nota del ministero della Salute -, si precisa che queste liste non esistono, né qualcuno le sta predisponendo”.
Scompare quindi dal decreto sulla revisione della spesa pubblica, che approderà oggi in Consiglio dei ministri, l’obbligo per le Regioni di chiudere entro ottobre gli ospedali con meno di 120 o 80 posti letto (pena il commissariamento).
Sembra quindi che il dissidio interno alla squadra di Mario Monti si sia risolto a favore del ministro Renato Balduzzi, contrario alla norma. “Non può essere lo Stato centrale a dire cosa tagliare nelle varie Regioni”, aveva detto Balduzzi, che ieri sera durante l’incontro con i governatori aveva annunciato di voler cambiare il provvedimento su questo punto. Il ministero ha quindi stabilito che siano le singole autorità regionali a valutare possibili chiusure.
Nel decreto sulla spending review sopravvivono comunque altri tagli nel campo della sanità. In particolare, le misure principali sono tre. Eccole:
1) Ospedali: -30mila posti letto. Negli ospedali pubblici italiani i posti letto passeranno da 252mila a 222mila, pari a 3,6 invece che 4 ogni mille abitanti (ma il limite europeo è a 3,3).
2) Al Fondo sanitario nazionale tre miliardi in meno. La riduzione dei fondi sarà di un miliardo per il 2012 e due per il 2013.
3) Beni e servizi, -5%. Gli acquisti di beni e servizi da parte della sanità pubblica vengono tagliati del 5%.