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Spending review, le proposte del Senato

Dalla soppressione delle festività ai tagli per quasi 17 miliardi, dalla revisione degli accordi con la Santa Sede all’obbligo per Quirinale, Parlamento e Corte costituzionale di immediate misure di contenimento delle spese fino alla istituzione in ogni pubblica amministrazione di un responsabile della “spending review”. Dall’esame al Senato, nelle commissioni Affari costituzionali e Bilancio, del decreto sulla razionalizzazione delle spesa pubblica emergono svariate proposte.

Sono appena 112 gli emendamenti che sono stati presentati dai senatori. Tra i suggerimenti, rispunta la questione delle festività da sopprimere e celebrare nella domenica vicina. Il tema è oggetto di un emendamento del Pdl. La norma era inserita nella manovra estiva del 2011 ma con un emendamento del Pd erano state salvate il 25 aprile, il Primo Maggio e il 2 giugno (ma non le feste patronali). Ora il nuovo emendamento chiede di rimettere in discussione 25 aprile e primo maggio e per le feste religiose suggerisce che il governo sia autorizzato “a concludere con la Santa Sede la revisione degli accordi conclusi in ordine alle festività”.

La Lega chiede per il 2013 tagli alla spesa pubblica per almeno 16,8 miliardi di euro, che andrebbero ad aggiungersi ai 4,2 miliardi previsti per il 2012. Per il Pd, invece, ogni pubblica amministrazione dovrebbe nominare un dirigente responsabile della ‘spending review’. L’Idv chiede di inserire nel provvedimento l’obbligo per gli organismi costituzionali (Quirinale, Senato, Camera, Consulta) di adottare immediate iniziative di contenimento della spesa e lo stop alla nomina del commissario straordinario o quanto meno che presti la propria opera a titolo gratuito.

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