In termini di spending review dal 2008 sono stati fatti “interventi correttivi significativi”, di cui un terzo sul lato della spesa e due terzi di aumento delle tasse, “per un totale pari al 5% del Pil”. Così il ministro per le Relazioni con il Parlamento, Piero Giarda, è intervenuto a un incontro organizzato dall’Ambasciata britannica a Roma per discutere dei tagli alla spesa pubblica decisi dal Governo Monti. Per raggiungere l’obiettivo del pareggio di bilancio strutturale nel 2013, l’esecutivo ha messo in atto “una successione ininterrotta di misure sia sul fronte delle entrate che sul fronte della spesa, per una asomma che si può stimare di circa 12 miliardi di euro’‘, ha insistito Giarda, forse per rispondere alle provocazioni lanciate dal gironalista Gian Antonio Stella nella sua introduzione al dibattito.
“La burocrazia italiana”, ha detto Stella, “costa 70 miliardi di euro l’anno”, secondo i dati di Confindustria. Un esempio? Il Segretario generale dell’Assemblea Regionale Sicilia guadagna più del segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon. Insomma, nel confronto con gli altri Paesi europei l’Italia non fa una bella figura: “Il costo delle istituzioni è troppo alto”, ha continuato il giornalista “: il costo pro-capite del Parlamento è di 26 euro in Italia contro i 13 del Regno Unito“. Infatti, ha ribattuto Giarda, si deve fare di più: “ci sono opere pubbliche chiaramente inutili” e sprechi che è necessario eliminare.
All’incontro ha poi preso la parola il viceministro dell’economia britannico, Danny Alexander, che si è complimentato con il Ministro per l’approvazione della spending review. “Quando siamo andati al governo nel 2010 il problema del deficit del Regno Unito richiedeva riforme su larga scala. Per questo abbiamo creato un ente indipendente per la Responsabilità del Bilancio, affinché il governo non potesse ignorare la dura realtà“.
Ma i maggiori contributi sono venuti dalla gente: “Abbiamo ricevuto 100mila idee dai cittadini e dagli enti pubblci su come fare di più con meno risorse. E’ essenziale per un governo che vuole fare una spending review compromettersi a renderlo un processo aperto e trasparente”. E anche il ministro Giarda ha espresso la sua approvazione a riguardo: “Il primo custode dello spreco pubblico dovrebbe essere il cittadino”. Il vice-ministro britannico, infine, non si è voluto risparmiare una frecciatina all’Europa: “Anche l’Ue deve rivedere la spesa”, ha concluso.