Al momento sono 37 gli enti e istituti pubblici non economici statali cancellati dalle norme taglia-enti che si sono susseguite, e 36 presidenti e 353 incarichi amministrativi venuti meno. Con la spending review non siamo di fronte a vere e proprie sforbiciate, ma l’operazione di pulizia e riorganizzazione dei piccoli enti pubblici prosegue con l’accorpamento di Isvap e Covip in un nuovo istituto di vigilanza sulle assicurazioni e il risparmio previdenziale, l’Ivarp, e la soppressione dell’Ente per il Microcredito, l’Associazione Luzzatti, la Fondazione Valore Italia e Arcus spa, le cui funzioni saranno assorbite dai ministeri vigilanti, oltre alla cancellazione di vari enti di ricerca e culturali, come l’Istituto di Alta Matematica e il Centro Fermi.
Il problema dello sfoltimento e della cancellazione di tanti enti considerati inutili o doppioni si trascina da mezzo secolo. Punto di riferimento la legge n.14 dell’ormai lontano 1978. Da allora si sono susseguite varie normative: per far tappa ai giorni nostri, vanno segnalate le Finanziarie del 2002, quella del 2007, quella successiva, la legge 122/2010 sino a giungere al decreto di febbraio scorso in materia di semplificazione e sviluppo e ora la spending review. La situazione attuale registra la soppressione di 37 enti come conseguenza delle norme taglia-enti, cui fa riscontro però la contemporaneamente istituzione di 4 nuovi: l’Ispra, l’Assi, l’Agenzia Ice, l’Autorità di regolazione dei trasporti.
E’ curioso sfogliare l’elenco degli enti soppressi o trasformati. Tra gli altri: l’Istituto per la fauna selvatica, l’Ispel, l’Isae, l’Ente italiano montagna, il Comitato per il collegamento tra il governo e la Fao, l’Ente delle sementi elette, l’Agenzia per la gestione dell’albo dei segretari comunali e provinciali, il Banco nazionale di prova delle armi da fuoco portatili e per la munizioni commerciali, l’Agenzia per le organizzazioni non lucrative, l’Istituto conserve alimentari, l’Agenzia per la sicurezza nazionale, quella per la regolazione in materia di acqua, l’Istituto di studi di architettura navale.
E ancora, tutta una serie di “stazioni sperimentali”: per l’industria delle conserve alimentari, del vetro, per la seta, per I combustibili, per la carta e cartoni, per le industrie degli olii e dei grassi, per le pelli e materie concianti, la stazione sperimentale per le industrie delle essenze e dei derivati degli agrumi. All’Inps confluiranno Inpdap e Enpals. Tra gli enti soppressi, c’è l’istituto per il commercio con l’estero, che però e’ in qualche modo risorto attraverso l’Agenzia Ice. Più o meno analoga la sorte dell’Unire, che e’ stato trasformato nell’agenzia per lo sviluppo del settore ippico Assi.
Curiosa la storia di tre Consorzi prealpini: Consorzio del Ticino, Consorzio dell’Oglio, Consorzio dell’Adda. Con legge del 2011 ne era stata disposta la soppressione, affidando le loro funzioni a un nuovo Consorzio nazionale per I grandi laghi prealpini. Ma un successivo decreto ha annullato tale decisione, sopprimendo la nascita del nuovo consorzio e restituendo ai 3 precedenti consorzi le loro attività. C’è poi la vicenda dell’ente per lo sviluppo dell’irrigazione e la trasformazione fondiaria in Puglia e Lucania (Eipli): prima ne era stata disposta la soppressone, poi ne e’ stata prorogata l’attività sino a fine settembre di quest’anno, trasferendo le funzioni a un soggetto che tuttavia ancora non e’ stato costituito.
Complessivamente, I tagli hanno portato alla soppressione di 36 incarichi di presidente e di 353 altri amministratori. Ma l’istituzione di Ispra, Agenzia Ice e Autorità di regolazione dei trasporti comporterà la nomina di 3 nuovi presidenti e 18 nuovi incarichi amministrativi. Da segnalare, in particolare, il “dimagrimento” dei componenti della varie Authority: sono stati ridotti a 3 (unica eccezione l’Autorità per le comunicazioni, dove I componenti sono stati fissati a 4), con un taglio di 25 consiglieri.