Il governo passa all’azione sul piano di spending review e annuncia tagli alla spesa pubblica per oltre quattro miliardi. “Entro il mese di giugno – si legge in una nota di Palazzo Chigi – saranno varati tutti gli strumenti operativi per ottenere le riduzioni di spesa programmate, pari ad almeno 4,2 miliardi di euro, su un volume di spesa considerata aggredibile di circa 100 miliardi”.
L’Esecutivo non spiega come saranno impiegate queste risorse, ma il primo obiettivo dovrebbe essere di scongiurare l’aumento dell’Iva dal primo ottobre (con il passaggio dell’aliquota ordinaria dal 21 al 23%): un rincaro che rischia di deprimere ulteriormente i consumi, aggravando la recessione.
Oggi il commissario straordinario Enrico Bondi ha presentato il cronoprogramma degli interventi da mettere in campo durante la riunione del Comitato interministeriale per la revisione della spesa. Oltre a Mario Monti, erano presenti il ministro dei Rapporti con il Parlamento Piero Giarda (anche responsabile del programma di spending review), il titolare di Pubblica amministrazione e Semplificazione Filippo Patroni Griffi, il viceministro dell’Economia Vittorio Grilli e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Antonio Catricalà. Il rapporto di Bondi dovrebbe essere discusso mercoledì in Consiglio dei ministri.
La prossima riunione del Comitato, invece, è in calendario per il 12 giugno, “quando saranno disponibili i risultati della spending review interna effettuata dai singoli Ministeri -, si legge ancora nel comunicato del Governo -. Ciascun ministro deve proporre un progetto contenente sia gli interventi di revisione e riduzione della spesa atti a generare i risparmi previsti, sia misure di razionalizzazione organizzativa e di risparmio per gli esercizi futuri entro il 31 maggio 2012”.
Quanto alle segnalazioni di sprechi e inefficienze arrivate da parte di cittadini e associazioni, sono state più di 130 mila e “alcune di queste hanno motivato un’indagine specifica”, spiegano da Palazzo Chigi.
Ieri Giarda aveva detto in un’intervista a Radio Vaticana che “la massa di spesa oggi sotto attenzione, quella aggredibile nel breve periodo, ammonta a circa un centinaio di miliardi di euro”, cifra ripartita “tra Stato, enti previdenziali, Regioni ed enti locali”. Tuttavia, “se si guarda un po’ più lontano, si può intervenire su importi notevolmente più ampi: almeno trecento miliardi di euro”. Numeri molto impegnativi, considerando che la spesa pubblica totale è di quasi 800 miliardi.