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Spagna verso richiesta aiuti nel weekend, allarme disoccupazione

Lo rivelano fonti europee – Dal governo di Mariano Rajoy fanno sapere però che “non c’è ancora nulla di deciso” – Intanto a settembre i disoccupati hanno superato quota 4,7 milioni.

Spagna verso richiesta aiuti nel weekend, allarme disoccupazione

Il governo spagnolo potrebbe chiedere aiuto all’eurozona già nel fine settimana.  Lo riferiscono “alte fonti” europee citate da Reuters: “Gli spagnoli sono un po’ titubanti, ma ora sono pronti a chiedere aiuto”, ha riferito un alto funzionario europeo citato dall’agenzia. Secondo il quotidiano El Mundo l’esecutivo di Mariano Rajoy avrebbe già comunicato a Bruxelles la volontà di inoltrare la richiesta ufficiale per l’attivazione del piano di salvataggio. La procedura prevede la firma di un memorandum con l’Esm, il nuovo fondo salva-Stati permanente, che consentirebbe l’acquisto di titoli di Stato da parte della Bce.

Alcune fonti governative spagnole ascoltate dallo stesso quotidiano precisano tuttavia che “non c’è ancora nulla di deciso” e che per il momento non si avverte alcuna “urgenza”, perché “la priorità per la Spagna è ora il rispetto degli accordi presi durante l’ultimo vertice”.

Intanto dall’economia del Paese iberico arrivano nuovi segnali d’allarme. Secondo i dati diffusi oggi dal ministero del Lavoro e della Previdenza sociale, a settembre i nuovi disoccupati sono stati 80 mila, pari a un aumento dell’1,72% rispetto ad agosto. Il numero complessivo dei senza lavoro ha toccato quota 4.705.278, per un incremento dell’11,3% su base annua.

La disoccupazione è aumentata in tutti i settori: agricoltura, industria, costruzione e servizi. Sempre a settembre sono stati registrati un 1.241.191 contratti di lavoro (-10,9% rispetto allo stesso mese del 2011), di cui solo 98.002 a tempo indeterminato, pari al 7,9% del totale (-6,4% su base annua). 

Secondo i dati Eurostat, la Spagna mantiene il record di disoccupati nell’insieme dell’Unione Europea con un tasso del 25,1% ad agosto, rispetto alla media dell’11,4% dell’eurozona e del 10,5% della Ue a 27.

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