L’Unione europea ha dato il via libera al versamento di 1,87 miliardi di euro a quattro ex casse di risparmio spagnole, in quella che costitutisce la seconda fase della ristrutturazione del sistema bancario iberico. In cambio dei fondi i quattro istituti di credito (Bmn, Ceiss, Caja3 e LiberBank), finiti nei guai per lo scoppio della bolla immobiliare cinque anni fa, dovranno operare tagli al bilancio fino al 40% entro il 2017. L’iniezione di liquidità comporterà la nazionalizzazione di due istituti – Bmn e Ceiss – attraverso la sottoscrizione di azioni ordinarie da parte dello Stato, mentre Liberbank e Caja3 riceveranno aiuti attraverso ‘contingent convertible bond’ – i cosiddetti CoCo.
La Commissione ha spiegato che le autorità spagnole si sono impegnate a vendere Ceiss e quotare Bmn e Liberbank entro il 2017. Caja 3 cesserà di esistere come entità a sé stante e verrà integrata nella più grande Ibercaja. La banca centrale spagnola ha reso noto che, in base al piano di ricapitalizzazione, i detentori di obbligazioni di categoria junior delle quattro casse di risparmio dovranno sottostare a una svalutazione tra il 10% e il 75%. La Spagna ha già ricevuto 39,5 miliardi di fondi europei per mettere in sicurezza gli istituti di credito Bankia, CatalunyaBanc. Novagalicia Banco e Banco de Valencia e per costituire la cosiddetta ‘bad bank’.