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Spagna, tra aiuti alle banche e crisi del lavoro

L’Eurogruppo ha dato il via libera agli aiuti da 39,5 miliardi di euro in favore di quattro istituti spagnoli: Bankia, Novagalicia, CatalunyaCaixa e Banco de Valencia – Prima tranche in arrivo già la prossima settimana – Intanto si aggrava ulteriormente la crisi del lavoro nel Paese iberico: a novembre quasi 5 milioni di disoccupati.

Spagna, tra aiuti alle banche e crisi del lavoro

Da Bruxelles arrivano 39,5 miliardi per le banche  spagnole. Nella notte l’Eurogruppo ha dato il via libera agli aiuti, rispondendo alla richiesta ufficiale partita da Madrid. Klaus Regling, direttore del fondo salva-Stati Esm, ha spiegato che la prima tranche dei fondi sarà inviata già a metà della prossima settimana, mentre la seconda è prevista per l’inizio del 2013. I fondi saranno trasferiti dall’Esm al Frob, il fondo spagnolo salva-banche, “nella forma di cambiali e bond di corto e medio termine“, ha precisato ancora Regling.

Nel dettaglio, la maggior parte dei fondi erogati sarà impiegata per ricapitalizzare quattro istituti di cui l’Antitrust europeo ha appena approvato i piani di ristrutturazione: Bankia, Novagalicia, CatalunyaCaixa e Banco de Valencia. La quota rimanente degli aiuti (2,5 miliardi di euro) servirà invece a finanziare Sareb, la bad bank creata dalla Spagna per assorbire i titoli tossici degli istituti in difficoltà.  

Sul fronte bancario le condizioni della Spagna dovrebbero quindi migliorare, ma la partita sui conti pubblici rimane più che mai aperta. Ieri il commissario Ue Olli Rehn ha ribadito la disponibilità dell’Europa a sostenere Madrid anche su questo fronte, qualora il governo di Mariano Rajoy decidesse d’inviare una nuova richiesta di aiuti. “La Commissione è pronta ad agire – ha detto Rehn -. Sta alla Spagna decidere”.

Non dovrebbero invece essere necessari nuovi interventi di legge da parte dell’Esecutivo spagnolo. Il presidente dell’Eurogruppo, Jean Claude Juncker, ha criticato con ironia la presa di posizione del direttore generale dell’Ocse, Angel Gurria, che nei giorni scorsi aveva sostenuto la necessità di nuove misure per il consolidamento fiscale. “Su questo punto non c’è alcuna divergenza di opinioni tra la Commissione europea e l’Eurogruppo – ha detto Juncker -. Differente è la posizione dell’Ocse, che però ha sede a Parigi”. 

Intanto la crisi del Paese iberico continua a peggiorare sul versante del lavoro. Stamane da Madrid sono arrivati numeri drammatici: secondo gli ultimi calcoli dell’istituto di statistica spagnolo, a novembre i disoccupati hanno raggiunto quota 4,91 milioni

L’incremento è dell’1,54% rispetto a ottobre (74.296 in più) e dell’11,02% su base annua (487.355 in più). Nel terzo trimestre, il tasso di disoccupazione spagnolo aveva oltrepassato la soglia psicologica del 25%, mentre nella fascia d’età fra i 16 e i 24 anni la quota dei senza lavoro era arrivata oltre il 52%.

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