Si direbbe che le cattive notizie lanciate dal primo ministro Mariano Roajoy (un deficit dell’8,5% del Pil nel 2012 e non del 6% come stimato) non hanno scoraggiato gli investitori. E il Tesoro di Madrid ha preferito mantenersi cauto e non tirare troppo la corda. Il governo spagnolo questa mattina ha collocato 3 miliardi di bonos a tre, quattro e sei anni. I titoli triennali hanno visto un calo del tasso medio dal 2,966% dell’asta precedente al 2,44% di oggi. In netta discesa anche i rendimenti sui titoli quadriennali, da 3,74% a 3,37%. Aumentano invece gli interessi sulle obbligazioni sovrane a 6 anni: da 3,95% a 4,19%, ma su un emissione datata novembre 2008, quindi in scadenza nel 2014.
Nelle ultime settimane i rendimenti dei titoli di stato spagnoli sono diminuiti e il Tesoro ha comunque preferito chiudere l’asta prima di raggiungere i 3,5 miliardi programmati. La Spagna ha così completato quasi la metà (42,7%) del suo programma di emissioni a medio e lungo termine per il 2012.
Complice del buon andamento dell’asta, sono le iniziezioni di liquidità che la Banca centrale europea (Bce) ha effettuato da dicembre a febbraio (Ltro e Ltro2). Secondo i dati diffusi ieri dall’istituto nazionale di statistica spagnolo, le banche iberiche hanno aumentato il loro debito nei confronti della Bce al record di 152,4 miliardi di euro: quasi la metà del totale dei prestiti concessi.