Qualcosa si muove nella palude politica spagnola ma è presto per dire se basterà o se, dopo 8 mesi senza governo, si tornerà a votare a Natale per la terza volta.
La novità delle ultime ore è l’accordo di governo tra il Partito Popolare del premier Mariano Rajoy e i centristi di Ciudadanos. I due gruppi però non hanno la maggioranza in Parlamento: mancano ancora 6 voti, a meno che, nella seconda votazione sulla fiducia, non spuntino almeno 11 astensioni, che Rajoy spera di trovare nei socialisti.
Il premier uscente intende stanare proprio i socialisti, che non hanno alcuna intenzione di fare un governo con Rajoy a cui rimproverano scandali e corruzione e non finire. Alleandosi con i Popolari, il Psoe di Pedro Sanchez teme di scoprirsi a sinistra e di perdere voti a vantaggio di Podemos, la formazione di estrema sinistra.
Ma il leader socialista deve vedersela anche con la fronda interna che si ispira a Felipe Gonzales e sa che se il suo no dovesse spianare la strada alle terze elezioni politiche in un anno gli elettori potrebbero non gradire la sua, pur comprensibile, intransigenza.
I giochi si faranno tra fine agosto e i primi di settembre, quando la Spagna saprà se avrà finalmente un Governo o se dovrà prepararsi all’ennesima campagna elettorale