Si sta verificando esattamente quello che tutti temevano: la Spagna rischia di diventare preda dell’ingovernabilità. Archiviato il caos portoghese adesso è Madrid a preoccupare l’Europa intera.
Il risultato delle elezioni governative del 20 dicembre sembra infatti non lasciare scampo. Come preannunciato i 123 seggi conquistati dai popolari di Rajoy non sono sufficienti per raggiungere la maggioranza assoluta. La vera sorpresa riguarda però il fatto che nemmeno con un’alleanza con Ciudadanos (40 seggi, 13,93%), il PP avrebbe i numeri per governare.
A questo punto, l’unica strada per evitare il caos sarebbe quella di una grande coalizione con i socialisti (22%, 90 seggi), mentre sembra essere totalmente da escludere un’alleanza con Podemos (20,6%, 69 seggi), vincitore morale di questa tornata elettorale.
Ma nonostante il rischio ingovernabilità sia diventato più concreto che mai Psoe e Podemos hanno appena chiuso la porta in faccia a Mariano Rajoy, dichiarandosi contrari a un’eventuale investitura di un nuovo Governo diretto dal leader dei popolari.
‘Il Partito socialista voterà no al Partito popolare e a Rajoy’, ha dichiarato un responsabile del partito socialista spagnolo ‘Podemos non permetterà in alcun modo un governo del Partito popolare’, ha aggiunto Pablo Iglesias, numero uno del partito dato sulla scia del movimento degli “Indignados”. Si asterrà invece Ciudadanos, il cui voto rischia in ogni caso di essere ininfluente.
Quale sarà la soluzione dunque? Secondo Iglesias è arrivato il momento di aprire un ““processo di transizione che porti a un compromesso storico nel nostro Paese”.
Appare dunque sempre più probabile che la Spagna si trovi ad affrontare lo stesso caos politico vissuto dal Portogallo poche settimane fa e conclusosi con il varo in un governo di minoranza di centrodestra.
Il leader di Podemos ha quindi preannunciato un giro di colloqui con le altre formazioni politiche rivali e ha assicurato che Podemos è pronto ad affrontare elezioni anticipate se la situazione politica rimarrà bloccata. “Se si torna a votare possiamo essere molto ottimisti”. Nonostante ciò il partito anti-casta continua a considerare prioritaria la riforma della Costituzione.
A questo punto dunque, in base al testo costituzionale spagnolo, sarà il Re, dopo un giro di consultazioni, a designare un candidato con l’incarico di formare un governo. L’Investiturà avverrà per maggioranza assoluta (176 voti su 350) nella prima votazione. Nel caso in cui non si raggiungesse la soglia prefissata, in seconda battuta, la nomina del premier può passare a maggioranza semplice. Ma anche in questo caso, Rajoy rischia di non ottenere i numeri necessari a governare. Per la Spagna, si apre dunque un periodo duro.