La Spagna è una delle destinazioni turistiche più popolari al mondo. Nel 2023 ha registrato un record di 85 milioni di visitatori, con una spesa complessiva superiore ai 108 miliardi di euro. Questo boom turistico ha, però, causato effetti negativi, dando origine al fenomeno dell’overtourism, che ha messo a dura prova le risorse locali e la qualità della vita dei residenti. In città come Barcellona e Siviglia, per esempio, si sono intensificate le proteste contro il massiccio afflusso di turisti, chiedendo regolamentazioni più severe.
Per affrontare queste pressioni, il governo spagnolo ha annunciato una serie di misure restrittive che entreranno in vigore dal 1° ottobre 2024, con l’obiettivo di gestire meglio il turismo e ridurre l’impatto del sovraffollamento. Le nuove normative puntano a rendere il turismo più sostenibile e sicuro, introducendo requisiti più stringenti per chi visita il Paese.
Spagna, nuove regole sulla raccolta di dati sensibili
Una delle principali novità riguarda l’obbligo di fornire un’ampia gamma di dati personali e sensibili. Fino ad oggi, per soggiornare in Spagna o noleggiare un’auto, erano richieste solo informazioni essenziali, come le generalità e i dati del passaporto o della carta d’identità. A partire da ottobre 2024, tutti i turisti, anche per un soggiorno di una sola notte, o coloro che noleggiano un’auto, dovranno fornire oltre 40 tipi di informazioni personali. Oltre alle tradizionali generalità (nome, cognome, numero di passaporto o carta d’identità), saranno richiesti dettagli aggiuntivi come il numero di conto bancario, il numero di telefono e il codice fiscale. Il governo giustifica questa misura come necessaria per migliorare la sicurezza, combattere la criminalità organizzata e prevenire il terrorismo.
La raccolta di questi dati ha sollevato molte polemiche, soprattutto in merito alla privacy. Le strutture ricettive e le società di noleggio auto saranno infatti obbligate a raccogliere e trasmettere queste informazioni alle autorità.
Spagna, aumento della tassa di soggiorno
Un’altra misura che verrà adottata per combattere l’overtourism è l’aumento della tassa di soggiorno comunale. Dal 1° ottobre 2024, i turisti che pernottano in Spagna, sia in hotel che in altre strutture ricettive come campeggi o Airbnb, dovranno pagare una tassa di 4 euro a persona per notte. Questa cifra si aggiunge alle tasse di soggiorno già esistenti, come l’imposta sui soggiorni in stabilimenti turistici (Ieet) della Generalitat di Catalogna, che varia da 1 a 3,50 euro a seconda della categoria dell’alloggio.
Barcellona, una delle città più visitate in Europa, ha deciso di implementare questa tassa per ridurre il flusso turistico e per coprire i costi derivanti dalla gestione di milioni di visitatori annuali. Non solo chi alloggia in hotel sarà soggetto alla tassa, ma anche chi arriva con crociere e altri mezzi turistici.
Spagna, le critiche alle nuove regole
Le nuove misure hanno generato un dibattito acceso sia tra i residenti che tra gli operatori del settore turistico. Da un lato, molti considerano queste restrizioni necessarie per mitigare l’impatto del turismo di massa. Dall’altro, vi sono timori che tali regole possano scoraggiare i turisti, penalizzando uno dei settori economici più rilevanti del paese. Il turismo, infatti, è una delle principali fonti di reddito per la Spagna, e molte città, pur desiderando ridurre il sovraffollamento, dipendono finanziariamente da esso.
Nel 2023, il Paese Iberico ha registrato un record storico di 85 milioni di visitatori, con un incremento del 18,7% rispetto all’anno precedente. Anche la spesa turistica ha raggiunto livelli senza precedenti, superando i 108 miliardi di euro, con una crescita del 24,7% rispetto al 2022. Ogni turista ha speso in media 1.278 euro, registrando un aumento del 5,1%. I flussi turistici principali provengono dal Regno Unito (oltre 17 milioni di visitatori, +14,6%), seguiti da Francia (11,8 milioni), Germania (10,8 milioni) e Italia (4,8 milioni).
Oltre alla preoccupazione per un possibile calo del turismo, rimane aperta la questione della privacy. La richiesta di fornire dati sensibili, come il numero di conto bancario, ha sollevato molte critiche, poiché i viaggiatori temono per la sicurezza dei loro dati personali. Al momento, non sono state fornite informazioni chiare su come verranno gestiti questi dati e quali misure di protezione saranno adottate.
Non solo Spagna, da aprile 2025 il visto per entrare in Uk
Oltre alle novità in Spagna, anche chi desidera viaggiare nel Regno Unito dovrà prepararsi al cambiamento. Dal 2 aprile 2025, infatti, i cittadini europei, compresi gli italiani, dovranno richiedere un’Electronic travel authorisation (Eta) per entrare nel Paese. Questo nuovo sistema sostituirà la precedente libera circolazione per i cittadini dell’Unione Europea, introdotta prima della Brexit.
L’Eta sarà un visto elettronico che potrà essere richiesto tramite un’app o un portale online. Il costo sarà di circa 10 sterline (circa 12 euro) e avrà una validità di due anni. Durante questo periodo, i viaggiatori potranno soggiornare nel Regno Unito per un massimo di sei mesi complessivi, anche suddivisi in più viaggi. Non sarà l’unico visto ad essere introdotto. Anche l’area Schengen introdurrà un nuovo sistema di accesso per cittadini e viaggiatori provenienti da paesi extra-Ue, noto come Etias, il cui lancio di prova è previsto per il 2025.