Condividi

Spagna nel caos: definitivo No a Sanchez

Per la prima volta dalla fine della dittatura franchista, il candidato premier – il socialista Pedro Sanchez – è stato bocciato per la seconda volta dal Congresso che non ha approvato la sua proposta di formare un Governo con i centristi di Ciudadanos (solo 131 sì contro 219 no) – Ora la parola torna al Re ma le alternative sono difficili e il rischio di nuove elezioni a giugno si avvicina

Spagna nel caos: definitivo No a Sanchez

Niente da fare in Spagna per il governo a guida socialista. Per la prima volta dalla fine della dittatura franchista, il Congresso di Madrid ha bocciato per la seconda e ultima volta il candidato premier, il socialista Pedro Sanchez, la cui proposta di formare un Governo composto dal Psoe e dai centristi di Ciudadanos ha ricevuto 131 voti a favore ma 219 contrari. Contro Sanchez hanno votato i Popolari di Rajoy e Podemos.

La sinistra massimalista di Podemos, dopo aver avanzato richieste insostenibili a Sanchez,  è stata in prima fila nell’affondare il tentativo del Psoe, rifiutandosi anche di accordare un voto di astensione che avrebbe reso possibile la nascita di un governo di minoranza.

Ora la parola torna al Re Felipe VI ma le alternative non sono molte e il rischio di nuove elezioni si fa ogni giorno più concreto.

Sulla carta le alternative alle elezioni sono due: o un governo di grande coalizione tra PP e Psoe o un governo di sinistra tra Psoe. Podemos e Izquierda Unida con l’astensione dei nazionalisti e secessionisti baschi e catalani. La prima ipotesi ha i numeri in Parlamento ma è politicamente molto difficile per il livore che divide socialisti e popolari. La seconda avrebbe una maggioranza fragile e dovrebbe fare i conti con i secessionisti catalani che invocano il referendum per tentare di affrancarsi di Madrid ma che i socialisti non vogliono concedere.

Il tempo che resta per trovare un accordo è poco e scade il 2 maggio: senza un’intesa il 26 giugno si torna alle urne.

Commenta