Dopo l’operazione Intesa Sanpaolo Ubi Banca, che farà nascere la seconda banca europea per capitalizzazione, anche in Spagna è in vista un’importante aggregazione bancaria. L’indiscrezione è partita nella notte tra giovedì e venerdì ed è stata confermata l’indomani dai diretti interessati: CaixaBank e Bankia hanno intavolato un dialogo che dovrebbe portare alla fusione e alla conseguente creazione di un nuovo campione iberico.
Non c’è ancora nessun accordo, precisano i due istituti, ma intanto la notizia ha fatto volare i rispettivi titoli alla Bolsa de Madrid: Bankia guadagna oltre il 28% a 1,33 euro per azione, mentre CaixaBank si “accontenta” del 13% oltre i 2 euro. Il possibile risiko sta contagiando anche gli altri titoli finanziari: Unicaja, LiberBank, Banco Sabadell viaggiano con guadagni a doppia cifra, mentre guadagna il 3,7% Banco Santander, che attualmente è la prima banca spagnola e la terza europea per capitalizzazione (la prima è Bnp Paribas).
L’operazione Caixa-Bankia relegherebbe però il Santander e BBVA, ad oggi le prime due banche spagnole per dimensioni, ai gradini più bassi del podio: il nuovo gruppo diventerebbe infatti il più grande di Spagna, con 650 miliardi di asset nel Paese. La trattativa è però delicata perché Bankia è un po’ la Mps iberica: nel 2012, con l’aggravarsi della crisi finanziaria a Madrid, lo Stato la salvò dalla bancarotta con un’iniezione di 22,4 miliardi, diventandone azionista con il 61,8%.
Ecco perché una fusione dovrebbe passare necessariamente per il via libera del Governo a trazione socialista guidato da Pedro Sanchez: secondo quanto riporta El Pais, allo Stato spagnolo andrebbe una quota del 14% dell’entità nata dalla fusione, mentre il principale azionista diventerebbe la Fundacion La Caixa con il 30%.
Le trattative giungono nel momento in cui l’economia spagnola è alle prese con una profonda recessione causata dell’impatto della crisi sanitaria del Covid-19, con inevitabili ricadute sul sistema bancario. Il Pil iberico è crollato del 18,5% nel secondo trimestre, periodo in cui è stato distrutto un milione di posti di lavoro. Il Governo prevede per l’intero 2020 una recessione del 9,2%, ma la Banca di Spagna si attende un calo del 15%.